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Ubi, ecco i consigli al governo sui crediti bancari in sofferenza

Sono indicate due “possibili azioni” nel testo che i vertici di Ubi hanno illustrato oggi al Senato nell’ambito dell’indagine sul sistema bancario nella prospettiva della vigilanza europea che ha in corso la commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama.

I vertici della banca popolare guidata dal consigliere delegato Victor Massiah, che partecipa al risiko in atto tra le Popolari per effetto anche del decreto Renzi che ha imposto la trasformazione in società per azioni alle dieci maggiori banche popolari, si sono soffermati sul “problema della dimensione eccessiva dei crediti in sofferenza”.

Un problema che ha due aspetti, secondo quanto si rileva dal testo consegnato dai vertici di Ubi al Senato: la fiscalità e i tempi esecutivi.

Sul primo aspetto, la banca auspica – come da tempo sollecita la stessa Associazione bancaria (Abi) presieduta da Antonio Patuelli – la riduzione del periodo di deducibilità delle rettifiche su crediti, attualmente in 5 anni.

Sul secondo aspetto, Ubi suggerisce di “riformare le procedure concorsuali e in particolare ridurre i tempi di escussione delle garanzie reali”.

Tra gli temi affrontati nei testi della banca per l’audizione si legge tra l’altro: “In tema di bail-in, andrebbe definito il tema dei retail bonds (specificità italiana). La Germania sta valutando una legge per disciplinare il trattamento di alcune forme di raccolta ai fini del bail-in”.



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