Skip to main content

A Venezia avanti tutta con il terzo stato produttivo

Ho seguito alcuni interventi pubblici del candidato a Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e confesso che sono rimasto impressionato dal suo entusiasmo e dalla passione civile che esprime nell’affermare le sue proposte  per la nostra martoriata città. E’ l’archetipo di un non politico che si è buttato nella mischia elettorale con una determinazione assoluta, modello esemplare dell’imprenditore leader shumpeteriano.

Venezia dovrà quindi scegliere, credo senz’altre possibilità di rivali, tra l’ex PM e attuale senatore Casson e l’affermato industriale Brugnaro. Il primo, Casson, espressione riveduta e corretta dell’immarcescibile sistema di potere che ha portato il comune alla situazione di bilancio fallimentare, che costringe il commissario Zappalorto a redigere un bilancio di previsione da lacrime e sangue, alla vigilia del possibile default e della dichiarazione di insolvenza; il secondo, Brugnaro, rappresentante di quel terzo stato produttivo che non si sente più rappresentato da nessuno dei partiti superstiti della seconda disgraziata repubblica, e fa appello alle energie positive migliori della città per impegnarsi su una svolta profonda morale, prima ancor che politica e amministrativa della città.

Casson ha vinto le primarie contro Pellicani, grazie al consistente apporto di SEL e dei compagni dei centri sociali, apparentati con i tradizionali esponenti della politica del NO a ogni iniziativa di crescita e di sviluppo della nostra città, e, nonostante la pelosa finale adesione del giornalista Pellicani, erede della tradizione riformista comunista del più famoso papà, non potrà che portare con sé i condizionamenti dei supporter dell’estrema sinistra. Insomma una svolta quella del PD veneziano da gattopardo: cambiare tutto perché tutto resti all’interno del sistema ben oliato di prima.

Brugnaro ha progressivamente raccolto le adesioni di altri credibili aspiranti sindaci, primo fra tutti Renato Boraso, leader della sua lista civica e popolare, e poi, via via, quella degli autonomisti, di Area Popolare, dell’imprenditore Malgara, suscitando anche l’interesse di molti dell’area del PD renziana, che faticano a riconoscersi nella leadership di un parlamentare che nelle scelte decisive del governo Renzi, si è spesso collocato contro.

Sociologicamente, applicando la mia teoria dei quattro stati (la casta, i diversamente tutelati, il terzo stato produttivo, il quarto non Stato) lo scontro che si avrà nelle elezioni del 31 maggio a Venezia è quello tra un blocco sociale espressione della casta e dello stato dei diversamente tutelati (Casson è esponente di entrambi: della casta in quanto parlamentare e dei diversamente tutelati, in quanto appartenente al ceto dei magistrati, ossia a quello meglio remunerato tra i componenti del secondo stato, sugli stipendi del quale correlano i loro emolumenti gli stessi parlamentari) e i rappresentanti del  terzo stato produttivo.

Quest’ultimo, in assenza di un grande partito di riferimento, come lo fu la DC nel quarantennio del suo potere, e dopo la sbornia leghista e berlusconiana nella seconda Repubblica, ora ha deciso di scendere in campo direttamente con uno dei suoi più qualificati e credibili esponenti. Giù il cappello e in bocca al lupo a Brugnaro!

Anche noi popolari e DC non pentiti ci accingiamo a sostenerlo per offrire a Venezia con una nuova classe dirigente un nuovo e diverso futuro.

Ettore Bonalberti

www.alefpopolaritaliani.eu

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter