Le nuove politiche economiche iniziano a dare frutti. Prestiti in lieve ripresa e ora si attende un boom nel prossimo trimestre
Prestiti in leggera ripresa nella zona Euro, ma il bello deve ancora venire. In Italia anche a marzo è stato registrato un aumento della domanda, a conferma di un trend positivo che ha contraddistinto l’intero trimestre. Il clima di ottimismo nel settore finanziamenti non è una prerogativa solo italiana ma riscontrabile in tutta l’Unione Europea. Alla base della rinascita – o aspirante tale – del settore creditizio europeo vi sono le politiche di quantitative easing varate da Mario Draghi con l’intento di aumentare la disponibilità di moneta in tutto il Vecchio Continente.
Bce: prestiti in crescita per tutto il semestre
Ai primi timidi segnali di ripresa attestati nei primi tre mesi del 2015 dovrebbe seguire una crescita della domanda di prestiti ancora più significativa nel corso del II trimestre dell’anno. È quanto emerso da un sondaggio condotto dalla Banca Centrale Europea rivolto agli istituti di credito dell’Eurozona. Secondo l’indagine, nel periodo aprile-giugno le banche si aspettano un miglioramento delle condizioni di finanziamento, criteri meno restrittivi per i prestiti rivolti a imprese e famiglie, anche se non escludono nuove strette sui parametri di accesso ai mutui.
Gli elementi a favore della ripresa
Il trend in positivo nel comparto dei crediti è figlio di una serie di fattori incentivanti. Come confermato dalla Banca d’Italia, infatti, i criteri di offerta di prestiti hanno segnato, nello scorso trimestre, un allentamento, a cui si è affiancato un aumento della liquidità a disposizione degli istituti. Allo stesso tempo, si è assistito a una riduzione dei margini applicati alla media dei prestiti. Ora si attende un ulteriore impulso della domanda, soprattutto quella espressa dalle aziende che, nei primi tre mesi del 2015, è rimasta pressoché invariata.
Rischio ricapitalizzazione
Un elemento di preoccupazione, però, è fornito da un probabile nuovo intervento della Bce per ridurre la discrezionalità nazionale delle banche. Un provvedimento che potrebbe spingere gli istituti alla ricerca di nuovi capitali finanziari. Il che si potrebbe tradurre in una richiesta di ricapitalizzazione da oltre 50 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea.
L’azione della Bce giungerebbe a soli sei mesi di distanza dalla conclusione della valutazione approfondita (comprehensive assessment) attraverso la quale è stato esaminato il livello di stress della zona Euro in tutto il 2014. In conseguenza delle risultanze scaturite dal test, sono state domandate dalle banche nuove liquidità per 3,8 miliardi di euro, in seguito ai 10,8 miliardi già erogati nel 2014.