Nel suo monumentale discorso al Reichstag di Berlino del 22 settembre 2011, Benedetto XVI toccò anche il tema che tanto appassiona in questi giorni il mondo ambientalista (e non solo) per l’attesa enciclica di Papa Francesco: “L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa. Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente. Vorrei però affrontare con forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi come ieri: esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”. Un concetto, questo dell’ecologia dell’uomo, che fa tutt’uno con quello di “sviluppo umano integrale” formulato da Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate, lontano anni luce dal politicamente correttissimo “sviluppo sostenibile” in nome del quale vengono attuate, soprattutto nei paesi poveri, politiche aggressive di controllo delle nascite mediante utilizzo su scala industriale di aborto e sterilizzazione. Una lezione quanto mai attuale del grande pontefice e teologo tedesco, che svela il paradosso e la follia di un mondo che si erge a paladino della Natura ma che non rispetta, e anzi si diverte a manipolare a suo piacimento la propria, di natura, senza farsi scrupolo di uccidere i suoi figli a colpi di oltre 50 milioni di aborti l’anno. Ma soprattutto, una lezione attualissima in primis per la chiesa, al cui interno (ma spinte in tal senso ve ne erano già all’epoca della Caritas in Veritate) il mantra dello sviluppo sostenibile sembra avere attecchito bene se addirittura il suo guru, il neo-malthusiano Jeffrey Sachs, è tra i membri della Pontifica Accademia delle Scienze Sociali. Per capirci, stiamo parlando di un economista che tra i molti incarichi è anche consigliere speciale del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon per li obiettivi del Millennio, e che non ha mai fatto mistero di voler sconfiggere la povertà (vaste programme) entro il 2030 promuovendo, tra le altre, l'”uguaglianza di genere”, concetto fumoso che evoca per altro sinistre assonanze con la dottrina omosessualista dell’ideologia di gender. Contro simili tesi massimaliste, che spesso e volentieri hanno trovato una sponda anche in certo cattolicesimo sociale più sensibile alla salvezza dell’economia che all’economia della salvezza, conviene ricordare quanto Gesù ebbe a dire nei confronti di coloro che, sdegnati perché una donna che gli aveva unto il capo con “olio di nardo genuino di gran valore”, inveivano contro di lei dicendo che quell’olio si sarebbe potuto vendere a più di trecento denari e darli ai poveri: “Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un’opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre”. Come al solito, l’essenziale è altro e altrove.
Rispetto per la natura. Soprattutto quella dell’uomo
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