Nei tempi andati i commentatori ed i protagonisti della vita politica si dividevano tra giustizialisti e garantisti. La differenza era nota e non occorreva quasi a nessuno un “bignami” interpretativo.
La seconda repubblica aveva confuso i confini ma mai si era veduto una babele interpretativa come oggi.
Il PD, partito più forte, registra appunto per questo le più forti contraddizioni.
Garantista con De Luca, candidato presidente in Campania con una condanna di primo grado e severissimo con Lupi, ministro senza avviso di garanzia; probabilmente garantista con il sindaco di Siena Valentini (avviso di garanzia) e severo col suo predecessore Ceccuzzi, dimessosi all’indomani di un avviso di garanzia.
Garantista a oltranza per sottosegretari e severo con gli alleati di De Luca definiti addirittura impresentabili.
Ora sia chiaro che:
- siamo sempre stati favorevoli a un corretto garantismo
- siamo ancor più favorevoli a che il giudizio riguardi criteri di opportunità politica, ma questo significa anche esaminare caso per caso, con serenità salomonica, ed avendo il coraggio di spiegarlo chiaramente.
Verrà così reso un servizio al dibattito sulla giustizia e in definitiva al funzionamento delle istituzioni.