Sarà pubblicata domani sulla Bussola Quotidiana, quotidiano online cattolico, una lettera aperta di Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior) sfiduciato nella primavera del 2012, a Papa Francesco.
L’intervento di Gotti Tedeschi – secondo la ricostruzione di Formiche.net – dovrebbe riguardare la recente intervista rilasciata da Sanchez Sorondo, il cancelliere della Accademia delle Scienze Pontificie, sulla prossima enciclica sull’ambiente; intervista ritenuta da alcuni settori cattolici piuttosto ambigua), giustificando peraltro la presenza di Jeffrey Sachs e Ban Ki Moon (neo malthusiani, pro-controllo nascite e pro aborto) tra i consulenti del Papa per la stesura dell’enciclica in fieri. L’intervista di Sorondo, d’altronde, aveva già suscitato reazioni tutt’altro che entusiastiche in Gotti Tedeschi, come si può notare da questo suo intervento.
Gotti Tedeschi non ricopre più da tempo incarichi di vertice in Vaticano, ma non manca di far sentire la sua voce sui principali temi di attualità che hanno conseguenze sulla morale e l’etica. Pur avendolo chiesto più volte – anche dopo aver ottenuto la riabilitazione sia dalla magistratura che da figure di primo piano della curia romana – l’economista ed ex editorialista dell’Osservatore Romano non è mai stato ricevuto dal Papa in Vaticano.
Lo scorso febbraio, in una lunga intervista apparsa sul quotidiano La Croce diretto da Mario Adinolfi, l’ex numero uno della banca vaticana aveva rievocato l’insegnamento di Benedetto XVI, “che in Caritas in Veritate ha detto tutto quello che un uomo di questa epoca dovrebbe capire per imparare a stare nel mondo. Non è che la nostra società contemporanea sia troppo permeata da consumismo egoista dilagante”, diceva Gotti Tedeschi, semmai “è la cultura nichilista imposta da troppo tempo che impedisce all’uomo di riferirsi a valori di Verità per dare senso alla propria vita e conseguentemente alle proprie azioni”. Ma in fondo – aggiungeva l’ex presidente dello Ior – cosa è il consumismo? Non è altro che disprezzo di se stessi, è considerarsi soddisfatti materialmente, come fossimo davvero solo animali intelligenti”.
In un altro passaggio del medesimo intervento, l’ex numero uno dello Ior si mostrava perplesso sulla possibilità di ripartire dal tema della natalità per riattivare l’economia europea: “Non sarebbe né fattibile né immaginabile per risolvere i problemi. Le azioni a breve devono essere ben altre, tenendo presente che oggi uno stato non ha il potere, da solo, di fare azioni di politica economica. Oggi i conti si devono fare con l’Europa e il mondo intero che sta, forse, capendo che è iniziato un nuovo ordine mondiale non matrizzabile e gestibile”.
Lo scorso aprile, intervistato da Repubblica, si diceva “positivamente sorpreso” dalla riabilitazione promossa dal cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, che aveva citato proprio Gotti Tedeschi (assieme a monsignor Viganò e Von Freyberg) tra quanti volevano “migliorare la situazione”. “Il cardinale Pell è persona degna, e di rette intenzioni, ma temo stia scoprendo quanto bisogna lottare per riuscire nell’ambiente dove lui sta cercando di servire la Chiesa in questo ruolo”, diceva l’economista e intellettuale cattolico. Il punto di domanda era sempre lo stesso, e cioè sapere se a Pell “è stato spiegato perché c’è voluto tanto tempo per nominare il nuovo presidente”. Tra la sua rimozione e la nomina del successore, infatti, sono trascorsi nove mesi.
“Pell – diceva ancora Gotti Tedeschi – ha la necessità di essere informato anche su quello che io ritengo essere la vera ragione alla base del voto di sfiducia del consiglio della banca vaticana”. Nel mese di aprile del 2012, aggiungeva, “la Commissione cardinalizia mi riconfermò nella carica, ma il 24 il consiglio mi licenziò. Credo che la ragione, che non mi è mai stato concesso di spiegare, sia stata la mia decisione di presentare un piano che avrebbe completamente cambiato il ruolo e la governante della banca. Questo cambiamento era assolutamente necessario considerati tutti gli eventi precedenti”.