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Gli studenti e la buona scuola: nuove audizioni, vecchie critiche

innovazione scuola studenti

Su una cosa gli studenti, sentiti dalle commissioni Cultura di Camera e Senato, sono stati tutti d’accordo: nel ddl buona scuola serve valorizzare di più il diritto allo studio. Questo ciclo di audizioni è stato aperto da un intervento, in via generale, del Forum studenti: “Nella parte relativa al diritto allo studio occorre specificare meglio i Lep, in particolare la parte sui servizi sussidiari e alla persona, garantendo inoltre una adeguata copertura finanziaria”. Sulla carta dello studente il Forum ha chiesto di “rendere effettive, rafforzandole, le convenzioni che questa carta offre”.

E ancora, tra le richieste: attività di formazione estese in forma obbligatoria, obbligo assicurativo a carico degli istituti per l’attuazione dell’alternanza scuola-lavoro, valutazione del pof da parte del comitato studentesco, abbassamento obbligatorio degli alunni per classe. Per il resto gli studenti si sono divisi tra più o meno favorevoli alla riforma del governo.

Tra i meno critici il Movimento studentesco nazionale, che si è detto favorevole ai punti del ddl sul curriculum dello studente, sul finanziamento dei privati tramite lo school bonus, sul parziale aumento dei poteri del dirigente scolastico, sull’alternanza scuola-lavoro. Il Movimento ha definito invece “troppo invadente il capitolo sulle assunzioni”, criticando la mancanza di “accenni all’edilizia scolastica” e al “problema delle supplenze”.

Abbastanza favorevoli al ddl anche il Movimento studenti cattolici: “Siamo felici che si siano estese anche alle paritarie di secondo grado le detrazioni previste già per le altre scuole e speriamo che queste possano essere via via allargate – ha detto il loro rappresentante – per abbattere il muro tra scuole paritarie e pubbliche”.

Più critico il Movimento studenti di azione cattolica, che ha definito “complessivamente insufficiente” il ddl, chiedendo – tra tra le altre cose – il rifinanziamento del fondo Mof (Miglioramento offerta formativa) e un fondo perequativo sui contributi dello school bonus per “trattenere una percentuale da destinare alle scuole in maggiore difficoltà”.

Molto più critica l’Unione degli studenti per cui il ddl uscito dalla Camera non di discosta molto dal provvedimento originario del governo. “È necessario costituire delle commissioni paritetiche per definire il pof – ha spiegato il rappresentante dell’Unione degli studenti – Inoltre, legando gli insegnamenti aggiuntivi alle disponibilità finanziare dei singoli istituti si creeranno sempre più disuguaglianze”.

Per questa associazione studentesca è necessario ampliare la possibilità dell’alternanza scuola-lavoro anche in onlus e enti del terzo settore. Tra le richieste: un fondo di mobilità studentesca per attivare anche esperienze scuola-lavoro in tutta Italia; la partecipazione degli studenti nella stesura dei concordati tra scuole e imprese; maggiori fondi per abbattere il digital divide.

Molto critici poi sui poteri aggiuntivi ai dirigenti scolastici. “Appoggiamo ogni iniziativa del corpo docenti – hanno fatto sapere i rappresentanti di Unione studenti – anche lo sciopero degli scrutini”. Critica anche la Rete degli studenti: “Un cambiamento vero significa andare a toccare l’impostazione complessiva del ddl che vede la scuola come una azienda – hanno detto – dove il dirigente diventa un manager che possiede delle leve di potere senza avere dei contrappesi”.

Per Rs “la chiamata diretta degli insegnanti da parte del preside è un ritorno al passato” come è “inaccettabile il meccanismo di assegnazione del bonus di merito, anche nella parte che ci coinvolge”. Male anche il “finanziamento ai privati” tramite “sgravi e school bonus”. Anche per la Federazione degli studenti la chiamata diretta e il bonus di premialità rischiano “di creare meccanismo di competizione” mentre andrebbe premiata “l’equipe di insegnanti”.

Tra le altre cose la Federazione degli studenti ha chiesto che il decreto delegato sul diritto allo studio sia il primo ad essere emanato. Infine l’associazione Centrostudi ha chiesto, tra le altre cose, la defiscalizzazione per le imprese del percorso in alternanza scuola-lavoro. NAF


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