Abbiamo assistito a una campagna elettorale stanca e senza motivazioni. Si è votato per le Regioni che agli occhi della gente sono conosciute per i ritardi, le inefficienze, gli scandali che hanno lasciato un segno negativo profondo in termini di credibilità perduta, una campagna elettorale in cui non si è parlato di programmi ma solo di ‘beghe’ nazionali.
Emerge su tutto la crescente disaffezione degli elettori alla politica litigiosa, chiusa nei palazzi, che non ascolta ed evita il confronto con le realtà vive del Paese.
Il tema del futuro è la ricostruzione dei partiti e della politica: a) ricostruire completamente un’area popolare alternativa al PD su programmi chiari e con Berlusconi che deve fare definitivamente un passo indietro; b) la ricostruzione riguarda anche il PD, oggi ridotto a una federazione di bande in guerra fra loro, con Renzi in sfida contro tutti, un partito in cui hanno vinto i soliti Emiliano, Rossi, De Luca… in barba al rinnovamento.
C’è in Italia una volontà di partecipazione che si esprime nell’associazionismo, nel volontariato, nell’impegno sociale, una realtà che vuole ricostruire, anche moralmente, il Paese, ponendo un argine alla politica autoreferenziale che non ascolta i cittadini, e che ha perso credibilità soprattutto agli occhi dei giovani. Da qui dobbiamo ripartire se vogliamo arginare astensionismo e populismi vari.