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Lavoro, effetto Jobs Act sui nuovi occupati?

Dopo il calo degli ultimi due mesi, ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159 mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli registrati a fine 2012. Il tasso di occupazione, pari al 56,1%, cresce nell’ultimo mese di 0,4 punti percentuali. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2% (+261 mila) e il tasso di occupazione di 0,7 punti. E’ quanto sottolinea un comunicato stampa odierno dell’Istat.

I DISOCCUPATI

L’istituto nazionale di statistica aggiunge che “i disoccupati diminuiscono su base mensile dell’1,2% (-40 mila)”. Dopo l’incremento degli ultimi due mesi, “ad aprile il tasso di disoccupazione cala di 0,2 punti percentuali, arrivando al 12,4%”. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti.

GLI INATTIVI

Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni mostra nell’ultimo mese un calo dello 0,7% (-104 mila). Il tasso di inattività diminuisce di 0,3 punti percentuali, attestandosi al 35,8%, lo stesso valore di settembre 2014, il livello più basso dal 2004. Su base annua gli inattivi diminuiscono del 2,3% (-328 mila) e il tasso di inattività di 0,7 punti.

IL CONFRONTO

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo febbraio-aprile 2015 cresce il tasso di occupazione (+0,1 punti percentuali), mentre diminuiscono sia il tasso di disoccupazione (-0,1 punti) sia il tasso di inattività (-0,1 punti).

IL TWEET DI RENZI

IL COMMENTO DI SEMINERIO

Ecco cosa scrive Mario Seminerio, curatore del blog Phastidio.net: “Cominciamo dalle buone notizie, di cui c’è -apparentemente- solo l’imbarazzo della scelta. Su il tasso di partecipazione alla forza lavoro, giù quello degli inattivi; giù quello di disoccupazione; su il numero di occupati mensili, di 159.000 unità ad aprile su marzo 2015, e di 261.000 unità su base annuale; in crescita anche l’occupazione tendenziale trimestrale, di 133.000 unità, pari allo 0,6%. Sembra tutto eccellente ma sotto la superficie le criticità restano”.

MERITO DEL JOBS ACT?

Seminerio si concentra ad esempio sugli effetti del Jobs Act: “Premesso che chiunque parli di impatto del Jobs Act sull’occupazione del primo trimestre dice una emerita sciocchezza, visto che il Jobs Act è entrato in vigore all’inizio di marzo (discorso differente per i sussidi alle assunzioni a tempo indeterminato, attivi dal primo gennaio), il dato del part time involontario in costante ascesa, sia pure con trend in rallentamento, indica un mercato del lavoro ancora sofferente. Se poi andiamo a contestualizzare il dato in base alla congiuntura esterna, caratterizzata (come detto ormai sino alla nausea) da una serie di elementi positivi pressoché irripetibili (cambio dell’euro, prezzo del greggio, rendimenti obbligazionari in calo incluso -in parte- il costo del credito bancario), non dovrebbe essere difficile comprendere che stiamo festeggiando un dato che, per quanto di per sé inequivocabilmente positivo, ha comunque natura pressoché interamente ciclica”.

LE CONCLUSIONI DI SEMINERIO

Ecco la sintesi del curatore del blog Phastidio.net in tre punti. Primo: “L’occupazione sta crescendo per ripresa ciclica: “Al momento (ma il dato ha dei ritardi di aggiornamento), non è tuttavia stato ancora inciso in modo significativo l’iceberg dei part time involontari, cioè di quanti vorrebbero lavorare a tempo pieno ma non possono farlo, per situazioni di crisi aziendale o per mancato reperimento del posto di lavoro desiderato”. Secondo: “La crescita di occupazione è fatta in misura abnorme da “anziani” che sono “incastrati” nel loro posto di lavoro. Terzo punto: “Specularmente, il calo degli inattivi è da imputare in modo significativo ancora agli anziani che non sono ancora riusciti a raggiungere l’agognata pensione, mentre il numero di soggetti che si dichiarano scoraggiati è ancora in crescita”.

I TWEET DI MASSAGLI, PRESIDENTE DI ADAPT



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