Il sindaco di Roma Capitale, il chirurgo Ignazio Marino, ritiene che i due ragazzi rom che hanno investito a Boccea nove persone uccidendone una, siano dei criminali indegni della nostra città, della nostra Roma popolare di Pasquino, Trilussa e Belli, che ora si appresta a attrezzare per il lungo Giubileo. E serenamente ha aggiunto: porte chiuse a chi non rispetta la legge.
Un plauso al gentile sindaco piddino eletto da meno della metà dei romani, per la sua infelice uscita con cui non ha fatto che alimentare la cagnara di odio contro chi non è italiano, contro chi è di altra etnia. Per fortuna la sua infelice uscita è stata smentita dal questore di Roma, Nicolò D’Angelo: quanto accaduto a Boccea è una tragedia i cui responsabili potevano essere di qualsiasi etnia, come dimostrano i dati delle auto pirata.
E non solo delle auto, anche di qualche furgone non proprio pirata per non esser scappato che giudato da due giovani non rom ma italiani e probabilmente milanesi, della civilissima Milano europea, ha travolto un giovanissimo medico che domani avrebbe compiuto 35 anni, Riccardo Patrignani, lo scorso 7 aprile sul Muro Torto.
In quell’occasione disgraziata e nei giorni successivi l’esimio sindaco di Roma Capitale, cui fa riferimento il corpo della Polizia Muncipale, non ha proferito parola nè assunto, a quel che risulta, iniziativa alcuna, come far sentire la sua vicinanza ai familiari dell’incolpevole vittima.
Per la verità, sollecitato dai media si è mosso solo, ma con ritardo, l’assessore ai Lavori Pubblici annunciando lavori di rifacimento del manto stradale e della segnaletica del Muro Torto che da tempo riserva incidenti pure mortali: il 25 aprile alle prime luci del giorno perse la vita il 24enne Vittorio Ferrario perchè avrebbe perso il controllo del suo scooter Honda cadendo sull’asfalto.
Come si dice, se tanto mi dà tanto, stando al paradigma del primo cittadino di Roma anche i due giovani italiani alla guida del furgone della Hertz sono dei criminali indegni della nostra città ai quali vanno chiuse le porte di Roma per non aver rispettato le leggi della strada: si sono immessi a velocità sostenuta e senza rispettare lo stop sul Muro Torto travolgendo da tergo – come ha riferito un testimone oculare – lo sfortunato medico che procedeva a velocità contenuta a bordo dello scooter Kymco People 150 sulla corsia di destra.
Ma la bolla di criminali indegni della nostra città, stando al paradigma del sindaco, va riservata ai non italiani, cioè ai rom o agli immigrati sui quali hanno fatto (e chissà se ancora fanno!) affari d’oro le benemerite cooperative rosse, come emerso dall’inchiesta di Mafia Capitale con 34 persone, i vari Carminati, Buzzi, Odevaine, Panzironi, a giudizio immediato.
Aveva promesso, il gentile sindaco che, nonostante non fosse romano de’ Roma, si sarebbe adoperato per fare della Capitale una metropoli “a misura di bambino”, sicura, ordinata, pulita e non solo dell’aria inquinata e accogliente.
Aveva promesso una Capitale diversamente organizzata e ripulita dopo il quinquennio disastroso di Gianni Alemanno: si pensava, almeno lo pensavano quegli elettori in buona fede che sono andati a votare, a un sindaco altro, non alla Rutelli o alla Veltroni, ma alla Petroselli, fulgido esempio di onestà, pulizia, trasparenza e vicinanza diretta alla gente.
Marino sta riuscendo in pieno a smentire le sue promesse dando ogni giorno ragione ai tantissimi romani de’ Roma che non sono andati a votare per un sindaco che nun è de’ Roma e nun è manco un lontano parente della sua nobile cultura popolare e laica: anche quel farabutto conducente del furgone, tal signor Moro, proveniente dalla civilissima Milano sede dell’Expo, è da iscrivere tra i criminali indegni della nostra città – secondo il paradigma del sindaco-ciclista – al pari del secondo conducente, entrambi eclissatisi nel nulla.
Il sindaco di Roma Capitale farebbe bene a scusarsi con i romani de’ Roma che ai suoi eccessi non sono mai arrivati e non intendono, tranne sparute minoranze di ben nota fama, arrivarci!