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Turchia, tutte le follie del sultano Erdogan

Articolo tratto da Nota Diplomatica

Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, avrebbe promesso di dimettersi se i suoi oppositori fossero riusciti a trovare una tavoletta d’oro su uno dei suoi moltissimi water.

I politici promettono molte cose, ma l’insolita reazione del neo-sultano è un tentativo di respingere le critiche al suo stile di vita a dir poco “imperiale” in vista delle elezioni parlamentari turche che si svolgeranno il 7 giugno.

Erdogan ha traslocato nel suo nuovo palazzo presidenziale — letteralmente dalle mille stanze — dopo il notevole successo elettorale dell’agosto scorso. L’immensa struttura, illuminata da potenti fari di notte, è popolarmente conosciuta come Ak Saray: il Palazzo Bianco. Domina tutta Ankara dalla cima di una collina al margine occidentale della capitale.

I suoi predecessori s’accontentavano di molto meno, ma del resto non pretendevano di essere i rifondatori della Turchia neo-ottomana, con tutta la necessaria gloria che ciò implica. Il presidente turco ambisce a un successo elettorale nella tornata di domenica tale da permettere al suo partito — l’Akp, acronimo turco del “Partito per la Giustizia e lo Sviluppo” — di acquisire una maggioranza sufficiente per emendare la Costituzione in senso ancora più presidenziale e autocratico.

I sondaggi suggeriscono che sarà difficile, ma gli ultimi tempi sono stati duri per i sondaggisti un po’ ovunque—a partire dalle disastrose previsioni in Israele, in Polonia e, ultimamente, in Inghilterra.



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