Presentato a Palmdale (California) il primo aereo a comando remoto dell’avanzato sistema di sorveglianza terrestre e marittima di cui si sta dotando la Nato. La cerimonia si è svolta presso gli stabilimenti della Northrop Grumman, azienda che nel 2012 si è aggiudicata il contratto per la produzione dei componenti del sistema AGS (Alliance ground surveillance) con cui la Nato intende supportare in modo sempre piu tempestivo e accurato le azioni militari e civili tese a contrastare le minacce alla sicurezza internazionale e a rispondere alle crisi umanitarie. Il drone presentato in California è il Global Hawk RQ-4 Block 40.
Oltre all’Italia, sono 14 i Paesi che stanno contribuendo alla produzione e implementazione del sistema: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti. Come si legge nel Documento programmatico pluriennale (Dpp) per la difesa per il triennio 2015-2017, l’impegno del nostro Paese si attesta a 27,1 milioni di euro per il 2016 e 9,7 milioni per il 2017.
La presenza dell’Italia nel programma è rilevante. La Selex Es figura infatti nel team principale che sta collaborando con la Northrop Grumman per fornire all’Alleanza il sistema di sorveglianza aerea più sofisticato e moderno attualmente in circolazione. A latere della presentazione Gianfranco Terrando, vice presidente esecutivo di Selex Es, ha detto a Formiche.net ed Airpress che “si tratta di un’iniziativa particolarmente importante per l’Alleanza in termini di operatività Isr (Intelligence, surveillance and Reconneissance), non solo per affrontare le minacce e garantire la gestione umanitaria dei flussi migratori del Mediterraneo, ma anche per l’operatività della Nato in numerosi altri contesti”. “Inoltre – ha continuato – il livello di partecipazione industriale dell’Italia è particolarmente rilevante. Meglio di altre volte si è sviluppato un sistema-Paese che ha visto una buona collaborazione tra il ministero della Difesa e l’industria”.
L’Italia è forse uno dei Paesi più importanti in termini di sviluppo e utilizzo del sistema. La principale base operativa dei Global Hawk è stata infatti individuata a Sigonella, dove sono in corso i lavori per rendere operativo il sistema tra il 2017 e il 2018. Nell’autunno del 2015 è prevista una esercitazione che vedrà in prima fila la Selex Es mentre l’arrivo del primo Global Hawk in Sicilia avverrà nel 2016. Il personale che garantirà l’operatività da Sigonella sarà composto da circa 600 unità.
I droni che sono attualmente in produzione per la Nato saranno capaci di volare per più di 30 ore. Il sistema Hale (High-altitude long-endurance) garantirà agli alleati una continua sorveglianza aerea per monitorare potenziali minacce alla sicurezza internazionale e assistere gli operatori di terra in caso di emergenze umanitarie. Il velivolo è equipaggiato con tecnologia all’avanguardia tra cui i sensori MP-RTIP (Multi-platform radar technology insertion programme), capaci di fornire dati in tempo reale e in qualsiasi condizione ambientale.