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Perché il default della Grecia non conviene né a Tsipras né a Merkel

Sulla vicenda greca, il tempo stringe. Il 30 non solo vanno in scadenza pagamento all’IMF per 1.6 bln, ma scade anche il programma di assistenza finanziaria (che non è stato completato a causa delle note vicende elettorali).

La distanza tra le parti resta ampia con l’EU che pretende austerity e riforme e l’esecutivo greco che vuole riduzione del debito e controriforme.

Personalmente, continuo ad attendermi un accordo, per i seguenti motivi.

– L’EU ha il massimo interesse a evitare un default greco che le costerebbe politicamente ed economicamente più di quanto gli costa un bail out di un economia cosi piccola. Merkel e C. hanno presumibilmente messo in conto da tempo che la Grecia non può far fronte ai suoi debiti e dovrà ottenere sgravi. Che però vanno fatti in maniera graduale e nascosta e non possono essere il risultato della resa a un ricatto.

– Tsipras dal canto suo ha pareccchio da perdere da un default, che sarebbe seguito rapidamente da una sospensione della ELA, controlli sui capitali, la nazionalizzazione del sistema bancario, l’emissione eventuale di IOU (sorta di pagherò) per regolare le transazioni per le quali lo stato non ha i soldi, e cosi via. Nel breve la Grecia precipiterebbe nel caos e l’opposizione avrebbe giocoforza nel dire che lui ha rovinato il paese, consegnandolo alla storia come l’autore dell’ ennesimo esperimento socialista fallito e il padre della Grexit.

– Per questo motivo, al di la della dialettica, entrambe le parti hanno incentivo a incontrarsi su un compromesso, che può concedere qualcosa a Tsipras con cui presentarsi in Parlamento (ed eventualmente indire un referendum per aver ragione dell’ala oltranzista) e rinviare questioni spinose ad un futuro prossimo (bond legati alla crescita?, monetizzazione nascosta in qualche modo?). Detto ciò, un caro amico mi fa notare che quello, potenziale, di Tsipras non sarebbe il primo suicidio politico di un leader greco nel recente passato (vedi Papandreu e lo stesso Samaras).

– Sulla tempistica, molti occhi sono puntati su fine giugno per via delle scadenze, ma se fossi la Merkel cercherei di ottenere un accordo prima, visto che lo stesso deve passare per il Parlamento greco, ma soprattutto quello tedesco. Se Tsipras ha cercato di allungare i tempi della negoziazione accorpando i pagamenti all’IMF, la ELA resta lo strumento ideale per mettergli pressione, visto che il giorno dopo la sua eventuale sospensione le banche greche sono fallite.



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