Cosa si intende per energia intelligente? Il tema è stato uno degli argomenti dominanti all’ultima edizione del Festival dell’energia e si tratta di una questione sicuramente ampia e articolata. Innanzitutto l’intelligenza dell’energia naturalmente ha a che vedere con il digitale. Ovvero elettroni e bit si incontrano per rendere la distribuzione e il consumo dell’energia più governabile, più gestibile, più efficiente.
Da sempre l’energia è una forza che ci sfugge, che possiamo produrre ma non possiamo accumulare, che possiamo trasmettere ma non possiamo programmare, che possiamo usare ma non possiamo vedere. Bene, il digitale diciamo che aggiunge un bel po’ di elementi di misurazione, di controllo e di governabilità all’energia.
Dai contatori intelligenti alle soluzioni più avanzate per il monitoraggio dei consumi energetici, fino ad arrivare alle sofisticate soluzioni di diagnosi energetica che consentono di analizzare dettagliatamente i consumi di siti industriali, edifici, centri commerciali e interi cluster energetici, vi è tutta una parte di intelligenza dell’energia che ha a che vedere con la misurazione. Sistemi che consentono di intervenire in termini di efficientamento dei consumi partendo da dati concreti e attendibili e modulando quindi gli interventi di efficienza energetica in maniera molto più articolata e complessa, con la possibilità di intervenire su tutti i punti della filiera produttiva e non solo sul consumo finale di energia.
Energia digitale significa ovviamente smart grid, reti intelligenti, in grado di distribuire l’energia a seconda dei consumi e dei fabbisogni, in modo efficiente, sostenibile, economicamente vantaggioso e sicuro, su aree molto vaste e partendo dalle dorsali di trasmissione nazionali e internazionali. Energia digitale significa smart city, ovvero energia disponibile al cittadino in forme nuove e con accessi molto più ampi e differenziati rispetto alla tradizionale fornitura domiciliare di energia elettrica: dalle colon-nine di ricarica per le auto elettriche ai servizi di illuminazione pubblica a led, dall’efficientamento in chiave sostenibile del trasporto pubblico, all’utilizzo sempre più diffuso di sistemi di cogenerazione anche a livello domestico o di microgenerazione, ai più innovativi servizi integrati garantiti da strumenti smart come i lampioni intelligenti.
Lampioni dotati di led, sensori e wi-fi in grado di far risparmiare le amministrazioni pubbliche grazie a sistemi capaci di ottimizzare automaticamente l’accensione e lo spegnimento, ma anche di distribuire gratuitamente accessi Internet attraverso il wi-fi e di monitorare la città attraverso sensori di diverso tipo. Non vi è operatore energetico che non abbia, in un modo o nell’altro, abbracciato l’energia digitale come driver per il rinnovamento complessivo del proprio ruolo sul mercato, rapporto con consumatori, cittadini e imprese e del posizionamento industriale e commerciale rispetto al complicato mercato dell’energia.
Un mercato che negli ultimi due o tre anni ha cambiato completamente volto: dalla impressionante riduzione dei consumi, dovuta purtroppo alla crisi economica e non certo a interventi di efficienza energetica, alla riduzione degli incentivi sullo sviluppo delle rinnovabili, dall’introduzione di sistemi di micro-cogenerazione e generazione distribuita agli obiettivi sempre più pressanti dal punto di vista dell’efficienza energetica, per finire con la potenziale eliminazione del regime di maggior tutela. Il mercato energetico oggi non ha più nulla a che vedere anche solo con quello del 2013, per non parlare degli anni precedenti.
Restare sul mercato quindi oggi significa presentarsi alla clientela (che si tratti di utenza domestica o di aziende e amministrazioni pubbliche) con un profilo completamente di-verso: da fornitore di energia elettrica a partner qualificato e attivo su tutti i fronti del sistema di consumo e produzione energetica.
Un partner in grado di intervenire prima di tutto sulla misurazione degli sprechi e sulla diagnostica dei consumi, individuando l’insieme di soluzioni e interventi più adatti per migliorare la propria fornitura in termini di risparmio e di sostenibilità (reinventing supply chain), creando quindi valore senza necessariamente giocare sul prezzo, offrendo quelle competenze diagnostiche, sistemistiche, progettuali necessarie a ripensare i sistemi energetici come sistemi integrati di servizi a valore aggiunto. Per arrivare a obiettivi di questo genere il matrimonio tra elettroni e bit deve andare molto al di là delle dichiarazioni programmatiche e deve investire un modo nuovo di gestire la commodity energetica: energy manager e chief information officer dovranno lavorare insieme. Le aziende di produzione, distribuzione e vendita di energia dovranno operare in sinergia con soggetti e soluzioni a forte contenuto di innovazione digitale, con aziende attive nel settore Information & communication technology.
Telecomunicazioni e reti di distribuzione elettrica potranno essere integrate e sviluppate sinergicamente. Renzi sembra essere completamente di questo avviso, se si confermerà l’assegnazione a Enel dello sviluppo della rete a banda larga. Potrebbe essere una mossa vincente, posto che lo sviluppo di Internet veloce per tutti gli italiani, a cura dell’ex monopolista dell’energia, non rappresenti un passo indietro in termini di sviluppo del processo di liberalizzazione del mercato elettrico.
Articolo pubblicato sul numero di Formiche di giugno