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Italia e Grecia a confronto: una nuova idea di destra stoica

Chi dice il vero prima o poi verrà colto in flagrante”. Lo sapeva bene Oscar Wilde, lo sanno meno i nostri eurocrati o, ancor di più, la nostra classe dirigente che il falso non avrebbe rieccheggiato per l’eternità che, prima o poi, sarebbe stato scoperchiato. Tutti gli annunci prima o poi vengono al pettine!

Essere scemi ed avere un lavoro : questa è la grande fortuna,” dei nostri politici (Benn). Siamo nel bel mezzo del nichilismo politico/ideologico più sfrenato. E’ ora di svegliarsi, di rialzarsi. Continuiamo ad essere sedotti dal politically correct , ed il caso greco rappresenta la massima espressione di ignavia e inettitudine politica oltre che economica, aggravata da un terrorismo mediatico che comprime il nostro intelletto, la nostra logica, sul fatto che un’uscita dall’euro sarebbe una catastrofe.

Non voglio rimandare ai già diffusi clichè sul notorio cinismo/servilismo dei giornalisti e di chi in generale opera nel settore dell’informazione più diffusa, tema che andrebbe approfondito adeguatamente. Quello che interessa evidenziare in primo luogo è la questione sul fatto che una struttura fallimentare, come l’ Eurozona, era stata prevista da tempo, da Meade nel 1957 (“The balance-of-payments problems of a European free-trade area”, Economic Journal,67(267), 379-396), nonché da Mundell, nella sua teoria in merito alle Optimal Currency Area e, per andare sul domestico, anche dal nostro Alberto Alesina in “I 4 grandi Bluff dell’Unione Monetaria, Corriere della sera (1997), per citarne alcuni. 

La teoria economica ha dato alla luce tonnellate di letteratura sul disfunzionamento dell’Eurozona e, ad oggi, continuiamo, ancora, ad ascoltare persone che non hanno ben compreso la differenza sostanziale esistente tra Europa ed Eurozona. Un progetto politico il primo, un progetto di derivazione statalista neo-sovietico (attraverso i cambi fissi) di stampo postmoderno, il secondo.

Siamo nel bel mezzo del cinismo più totale. Ridondante, alienante, di una sfrontatezza unica, forse insuperabile. “La normalità è costituita per buona metà di microstrappi alla regola” (Sloterdijk). La sinistra, o presunta tale ha saputo, fino ad oggi, mistificare la realtà, attraverso annunci volti alla più miserevole inconcludenza politica, chiudendo entrambi gli occhi al vero e prioritario problema del Paese e purtroppo si continua a “predicare acqua ma a bere vino.” (Heine).

C’è bisogno di un nuovo Risorgimento culturale ed economico e, in questa impasse, quali sono le alternative possibili per evitare una seconda Grecia? Ecco, appunto, la seconda questione che riguarda la definizione di una nuova linea strategico/politica da adottare, per liberare il nostro Paese dagli innumerevoli lacci e lacciuoli.

In questo momento sia il movimento 5 stelle che la Lega di Salvini sono d’accordo sul fatto che l’Eurozona abbia esacerbato sia il conflitto tra falchi del Nord e scellerati (sicuro?) del sud, sia aumentato le disparità all’interno del nostro Paese. E’ assolutamente indispensabile aumentare il dibattito sulla questione dell’euro e una delle delle alternative politiche plausibili è rappresentata dall’unione di movimenti di protesta (Lega, Movimento 5 stelle) da una parte e movimenti di proposta civico associazionista, dall’altra. 

Sia gli uni che gli altri, possono, partendo dalla voce vera della gente, ascoltare a pieno quello che è il vero sentiment delle persone, definendo con grande lungimiranza culturale quali saranno i passi da affrontare per uscire da questa recessione politico/economica, con l’intento di poter superare la consueta e costante protervia dell’attuale sinistra, che, con occhi spenti e mancanza di onestà intellettuale, sta portando il nostro Paese sempre più sull’orlo di una sedazione sociale.

Se continueremo cosi, la luce in fondo al tunnel sarà, come sempre, un abbaglio dell’istante, l’ennesima bufala mediatico politica dell’inetto di turno. Abbiamo bisogno di riscoprire il vero fascino estetico della culturalità e della moralità, veri carburanti delle utopie, che sappiano dare quello slancio necessario per liberare il nostro Paese dagli innumerevoli diktat antidemocratici europei. 


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