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Calciomercato, trattative e affari conclusi in Serie A

I campioni del mercato. In attesa (e nella speranza) di primeggiare anche sul campo, il calcio italiano si è guadagnato la posizione di leader delle trattative. Dato clamoroso e in netta controtendenza con quanto accaduto negli ultimi anni, quando Inghilterra, Spagna, Germania e Francia spendevano e spandevano, lasciandoci solo le briciole.

Questa volta però è diverso: sarà per l’uscita del Paese dalla recessione o, più probabilmente, per l’ingresso di capitali stranieri, ma la Serie A è tornata a primeggiare sul mercato. Ad oggi sono 266,35 i milioni spesi dai nostri club a fronte di 134,08 incassati, per un disavanzo di 132,27. Una bella esposizione, non c’è che dire, nella quale spiccano Paulo Dybala (dal Palermo alla Juventus per 32 milioni più bonus, acquisto più costoso di tutti), Geoffrey Kondogbia (dal Monaco all’Inter per 30 più bonus) e Carlos Bacca (dal Siviglia al Milan per 30 tondi tondi).

Attaccante argentino a parte (comunque seguito da numerose squadre straniere), i colpi sono arrivati dall’estero a testimonianza che, dopo anni di “saccheggi” subiti, anche noi siamo tornati a fare la voce grossa. Il bello poi è che tutto questo è accaduto alla fine di giugno, con ancora due mesi pieni di mercato davanti.

Qui il dato assume ancor più valore se paragonato agli ultimi 5 anni: nello stesso periodo del 2011 i milioni spesi erano stati 95,5, nel 2012 114,1, nel 2013 92,4, nel 2014 126,4. I 266,35 attuali rappresentano insomma una crescita importantissima, mirata a dare continuità a quanto visto sul campo nell’ultima stagione, con la Juventus a sfiorare la Champions League e Napoli e Fiorentina capaci di arrivare in semifinale di Europa League.

Detto questo non è che gli altri stiano a guardare. La Liga spagnola finora ha speso 231,3 milioni (115,4 gli incassi, per un disavanzo di -115,9), la Premier League inglese 188,2 (72,1 gli introiti, disavanzo di -116,1), la Bundesliga tedesca 161,25 (a fronte però di 174,45 incassati, per un attivo complessivo di 13,2).

Molto più staccata la Ligue 1 francese (44,25 le spese, 87,44 gli introiti, +43,195 il saldo), d’altronde i guai del Psg con l’Uefa tolgono di mezzo l’unico vero squalo d’oltralpe. Serie A da record insomma, pur con la consapevolezza che gli scenari potrebbero anche cambiare (se Pogba, per esempio, andasse al Barcellona verremmo superati) e che le spese, comunque, non garantiscono affatto vittorie. Intanto però il popolo pallonaro d’Italia è tornato a sognare e questo, indipendentemente da tutto, è già un bel successo.

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