Mario Draghi non ha deluso.
Nello Statement si è curato di ribadire come prima cosa che il QE procede e continuerà fino a settembre 2016, e comunque finché l’obiettivo sull’inflazione non sarà considerato raggiunto. Gli ultimi sviluppi sui mercati finanziari non hanno modificato l’opinione del Governing Council che la ripresa si sta consolidando e che le misure stanno funzionando.
Ma se per qualunque motivo si osservasse un indesiderato inasprimento delle condizioni finanziarie o una modifica dei trend inflattivi, agiranno senza indugio per correggere la situazione. Inserendo questa nota per la prima volta in un Statement ufficiale, il Presidente ECB ha inteso rafforzarla. Draghi ha sottolineato anche il miglioramento della dinamica del credito, cosi come appare dalla Lending Survey uscita 2 giorni fa.
Nella sessione di domande, Draghi ha annunciato di aver aumentato l’ELA dell’importo richiesto dalle banche greche (900 milioni), un segnale di presa d’atto dei progressi fatti, ed una mossa in linea con la nuova logica “do ut des” prevista anche dall’accordo. Meno male, perché a questo punto “le istituzioni” (nuovo nome della Troika) devono gestire anche la piazza. L’ultima cosa di cui c’è bisogno, ora che tutto pare funzionare a dovere, sono disordini, che ostacolino il procedere dell’accordo.
Il presidente ha aggiunto che è difficile dire quando i controlli sui capitali verranno levati, ma è una decisione che spetta alla Banca Centrale Greca. Riguardo l’eventuale inclusione dei bond greci nel QE, Draghi ha elencato le condizioni: i) l’istituzione di una nuova deroga (visto il rating HY), l’inserimento in un programma ESM della Grecia, e una prima revisione degli adempimenti con esito positivo.