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A Expo 2015 si semina con i droni

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Il 22 luglio a Expo si parlerà di agricoltura di precisione. Ma che cos’è?  Questo tipo di agricoltura si occupa di ‘fare la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto, con la giusta quantità’.

“Un vigneto o un campo di mais non sono un’unica entità ma la somma di tanti piccoli appezzamenti coltivati con la stessa coltura”, spiega Alessandro Matese dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). “In uno stesso campo possiamo trovare condizioni di suolo, meteorologiche, di esposizione solare, di topografia anche molto differenti tra loro. In Italia questo è anzi molto frequente”.

L’evento coordinato da Matese, dal titolo ‘Agricoltura di precisione e uso sostenibile delle risorse’, ha lo scopo di fare il punto sull’utilizzo dell’agricoltura di precisione nel nostro paese. Questo approccio innovativo è stato possibile grazie allo sviluppo ed al perfezionamento di tecniche di monitoraggio unitamente allo sviluppo di macchine operatrici basate sulla tecnologia a rateo variabile, in grado ad esempio di selezionare i prodotti migliori e distinguerli dagli altri.

C’è stato un flusso di nuove tecnologie nell’agricoltura negli ultimi anni: grandi quantità di dati di alta qualità derivanti da satelliti, droni, stazioni meteo, sensori in campo saranno raccolti a supporto delle decisioni delle aziende. “Se devo usare fertilizzanti o pesticidi, per esempio, posso farlo secondo le reali necessità delle piante, non in base a delle stime. È la coltivazione stessa a dirmi di cosa ha bisogno. Persino la singola pianta. Posso così evitare trattamenti inutili, che possono rivelarsi dannosi e inquinanti, e ridurre i costi”, spiega il ricercatore.

Ogni dato raccolto è geolocalizzato: sono tutti rilevati usando il gps. Questo vuol dire che poi, dopo essere stati trasmessi ed elaborati, questi dati possono essere comunicati ai trattori, che servendosi a loro volta del gps possono distribuire più o meno concime o pesticidi in una zona rispetto ad un’altra.

L’evento sarà un’occasione di confronto tra il mondo della ricerca e le aziende agricole, per la promozione di esperienze pilota e buone pratiche. “Tra questi due mondi deve esserci una collaborazione più stretta”, conclude Matese, “perché se è vero che è compito della ricerca inventare, solo gli imprenditori sanno cosa può servirgli e cosa invece non potranno mai usare”.

 

 


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