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Rumeni e meridionali pari son

Siccome il marketing serve per fare piccioli, va preso assai sul serio quanto a pensiero e antropologia. E, tra tutti i marketing possibili, quello del mercato aereo è senza dubbio il più sofisticato. Al marketing bisogna credere.
Prendete la Blue Air, ad esempio, la compagnia aerea low cost rumena sbarcata a Torino, avendo capito che l’aeroporto di Cuneo Levaldigi ne ha quanto il porco a Natale, con una serie di collegamenti peer to peer. Rotte e collegamenti parlano chiaro. Catania, Bari, Napoli, Bacau e Bucarest. Insomma il segmento di mercato quello è. Quello dei rumeni e dei meridionali che, quanto a trasporto aereo, per Blue Air pari sono. Eggià, sempre voli dell’emigrato che ritorna sono. Con i bagagli scarichi all’andata che diventano troppo grandi e pieni al ritorno. E’ lo stesso target, che dell’andata fa un ritorno, con quel groviglio ancestrale ed atavico. Pittoresco. Tutti già in fila tre ore prima al gate, sia mai! S’impegnano pure i reni per una volkswagen. E un viaggio va fatto sempre in macchina per mostrare la macchina agli amici che sono rimasti al paesello. Poi però, siccome le reni rimaste sono fiaccate dal lavoro, quando si tratta di viaggi non comandati, per un matrimonio ad esempio, si va in aereo. E i matrimoni, a Catania coma a Bacau, sono la stessa guerra punica. Trecento cristiani che si abbuffano e abballano per giorni e giorni nel più trionfale  pittoresco e tribale dei riti. Ci manca solo Kosturica.
Il marketing non sbaglia mai. Infatti, mentre tutte le altre Low Cost che vanno dal Nord al Sud, lo snack lo offrono a pagamento, la Blue Air lo serve gratis. Perché ai meridionali e ai rumeni , nati affamati,  il mangiare conta più della stessa vita. Tant’é.
Ricordate però: la cosa più chic è tornare in bus. Con Eurolines.


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