Per la giustizia giusta, cioè l’accertamento delle responsabilità e non la caccia al colpevole a tutti i costi da esporre al pubblico ludibrio, ben s’adatta la celebre canzone di Gabriella Ferri, io cerco la Titina, Titina mia Titina, la cerco e non trovo, chissà dove sarà.
Forse sarà nel fresco di settembre, c’è da augurarselo, per tutte le iniziative che il Gip riterrà opportuno che vengano espletate per pervenire alla definizione certa delle responsabilità.
Dovrà, il Gip, rispondere sia della richiesta avanzatagli dal Pm della Procura di Roma, Roberto Felici, di archiviazione del procedimento penale per omicidio colposo, in quanto, nessun addebito può essere mosso alla condotta di guida dell’indagato, – il 38enne Stefano Moro di Merlino (Lo) alla guida del furgone Ford Transit della Hertz di Roma – sia dell’istanza di opposizione formulatagli dalla parte offesa assistita dall’avv. Giuseppe Ioppolo dello studio legale del prof. Giuseppe Gianzi.
Quattro testimoni oculari, ascoltati in tempi successivi dai Fpl del II Gruppo di Polizia Roma Capitale arrivati un’ora dopo l’evento sul luogo dell’incidente alterato essendo stata modificata la posizione di persone, mezzi, oggetti e cose, e più di 90 giorni di indagini, rilievi fotografici e planimetrici, non sono bastati per diradare i dubbi sulla dinamica dell’incidente stradale sul Muro Torto costato la vita, il 7 aprile scorso, al 35enne medico specializzando in Anestesia e Rianimazione, Riccardo Patrignani, alla guida di uno scooter Kymco.
Per tre testi – i coniugi Roberto Fazzi e Maria Claudia Petrini e Stefano Parenti – come per il Moro stesso, il medico, dopo un sorpasso a destra virava repentinamente a sinistra, perdeva forse il controllo dello scooter, prima di tamponare o urtare contro lo spigolo posteriore sinistro del furgone che procedeva davanti di 10-15 metri sulla corsia di destra. L’impatto avveniva quando il furgone all’altezza del Galoppatoio rallentava per far immettere i veicoli dalla rampa che da piazzale Brasile porta sul Muro Torto.
Viceversa, per la quarta testimone, l’avvocatessa Maria Giuseppina Lo Iudice, ascoltata un mese dopo gli altri, il 15 maggio, il furgone si immetteva sul Muro Torto dalla rampa laterale e senza rispettare lo stop a velocità sostenuta, piombava sull’ignaro medico travolgendolo.
Obbligata l’opposizione della parte lesa, in cui si evidenzia che […] dalle dichiarazioni spontanee dell’indagato e dalle testimonianze di Fazzi, Petrini e Parenti si deve escludere una benché minima responsabilità dell’indagato. Inoltre, le dichiarazioni della teste Lo Iudice, che ha ricostruito in modo diametralmente opposto la dinamica dell’incidente rispetto agli altri testi, non possono essere presi in alcuna considerazione anche in relazione alla sua inattendibilità.
E, proprio le difformi ricostruzioni della dinamica dell’incidente dei vari testi oculari avrebbe imposto una più approfondita attività di indagine. In primo luogo, doveva esser disposta dal Pm procedente una consulenza tecnica cinematica che avrebbe ricostruito con un elevato margine di certezza la dinamica dell’incidente che la delicatezza del caso avrebbe imposto.
Ma la consulenza tecnica cinematica, non è stata, sin dall’8 aprile, presa in considerazione alcuna! Orbene, prosegue l’istanza di opposizione, si consideri sul punto che lo stato dei luoghi è stato immediatamente ed erroneamente modificato […] che appare poco probabile che il motociclo dopo l’urto si trovasse ad una distanza così notevole [58,40 metri]. Sul punto vi è riserva di produrre relazione tecnica di parte.
Inoltre il Pm Felici, continua l’opposizione, avrebbe dovuto inoltre disporre l’acquisizione dei filmati della telecamera installata al’ingresso del tunnel che conduce a Viale del Muro Torto al fine di verificare l’effettivo transito del furgone. Avrebbe dovuto accertare se il furgone condotto dall’indagato fosse o meno dotato di sistema GPS al fine di verificare l’esatto tragitto percorso dall’indagato nella data del tragico evento.
Non ultimo, a parere della parte offesa, il Pm avrebbe dovuto, infine, sentire tutto il personale dell’ambulanza affinché riferisse sulla posizione del paziente al loro arrivo, sulla circostanza se lo stesso indossasse o meno il casco e sulle condizioni degli abiti.
Insomma, conclude l’istanza di opposizione, si insiste […] per disporre la prosecuzione delle indagini al fine di escutere i testi indicati, una perizia cinematica sulla dinamica dell’incidente e l’acquisizione della registrazione dei filmati della telecamera ubicata all’ingresso del tunnel che da piazza della Croce Rossa conduce a viale del Muro Torto.
In attesa di trovare la giustizia, la giusta Titina, la Giunta della Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza ha deliberato di conferire al 35enne medico il diploma di specializzazione honoris causa in Anestesia e Rianimazione.