Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Maicol Mercuriali apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi
Iniezioni di nazionalismo, Putin ne ha sempre fatte da quando è al potere in Russia. Quando l’economia cresceva l’orgoglio del Paese saliva veloce, come il gas dal sottosuolo siberiano. Ma da un anno a questa parte (in concomitanza con l’annessione della Crimea, il conflitto ucraino e il conseguente braccio di ferro con l’Occidente) la propaganda di Mosca ha visto un’accelerata.
Un’accelerata progressiva, più che improvvisa. Un’accelerata che ha seguito la politica estera della Federazione: le sanzioni di Europa, Stati Uniti e Canada (dopo anni di buone relazioni commerciali e diplomatiche) hanno portato la Russia a stringere accordi con Cina e India e, attraverso l’Unione economica euroasiatica, Mosca tende a rafforzare il suo ruolo nel blocco ex sovietico.
In questo scacchiere geopolitico così modificato, sono più i Paesi amici della Russia o quelli nemici? Cosa ne pensano i russi? Un sondaggio del Centro di studi sull’opinione pubblica (VTsIOM, l’istituto sondaggistico statale fondato nel 1987) è stato condotto su un campione di 1.600 persone in 46 regioni russe proprio per rispondere a queste domande. Solo il 34% dei russi ritiene che la Federazione abbia un numero maggiore di amici che di nemici: insomma, per il restante 66% i «cattivi» accerchiano il Paese. E la più grande minaccia per Mosca? Ovviamente gli Stati Uniti e il presidente Barack Obama.
In occasione del 4 luglio (l’Independence Day americano) Putin ha inviato un messaggio di congratulazioni al presidente Usa. Vladimir Vladimirovic, come si legge sul sito del Cremlino, ha rilevato che «nonostante le differenze tra i due Paesi, le relazioni russo-americane rimangono il più importante fattore di stabilità e della sicurezza internazionale». Putin ha poi espresso fiducia sul fatto che Russia e Stati Uniti possano trovare «soluzioni alle più complicate questioni internazionali» e, in un’ottica di collaborazione, «resistere alle minacce e alle sfide globali», a patto che il dialogo tra i due Paesi si esplichi «sui principi di uguaglianza e di rispetto dei reciproci interessi».
Ma torniamo al sondaggio di VTsIOM. Se solo il 34% dei russi è convinto che il Paese abbia più rapporti amichevoli che relazioni ostili con le altre nazioni, questo valore scende al 25% a Mosca e San Pietroburgo. Il 51% dei residenti delle due principali città russe ha riconosciuto che la Russia ha «molti nemici», mentre nel resto della Federazione il 42% ha risposto in questo modo. A livello nazionale il 12% ha sostenuto che la Russia non ha nemici, mentre l’8% è convinto di essere circondato da nemici ostili «su tutti i confini».
Ma chi sono i nemici della Russia? Chi rappresenta la principale minaccia per la società, la cultura e i valori russi? Come detto, gli Stati Uniti di Obama sono stati indicati dal 37%, seguiti dall’Europa (9%) e dall’Ucraina e dal suo governo (8%).