Nell’attesa del grande round di consolidamento Popolare di cui il Banco sarà uno dei principali protagonisti con l’attesa creazione del Polo del Nord, gli analisti si esprimono sui conti del secondo trimestre.
MIGLIORAMENTO TANGIBILE
Sul Banco Popolare il miglioramento è tangibile. Lo sostiene Giovanni Razzoli di Equita, per cui la banca è Buy con target price di 16,8 euro dai precedenti 15,9 incorporando il 100% dalle sinergie da M&A. “I risultati sono in linea con le attese – scrive Razzoli – e confermano gran parte dei miglioramenti del trimestre precedente. Confermata la capacità di generazione di ricavi core (752 milioni, -7% trimestre su trimestre rispetto ad attese a 747 milioni) grazie al margine da interessi netto (pari a 402milioni, ovvero il 4% in più trimestre su trimestre contro i 394 milioni delle attese) che beneficia della riduzione del costo del funding e dell’allungamento della duration del portafoglio di carry trade (da 3,2 a 3,9 anni). Dopo un primo trimestre confortante, anche nel secondo l’asset quality è stabile con stock di crediti problematici lordi piatti trimestre su trimestre, e costo del rischio in linea con le attese. Il Cet1 fully phased si attestato a 11,3% con un calo di 30 punti base. L’impatto dell’aumento degli spread sovrani (70 punti base rispetto ai 38 attesi) è parzialmente compensato dalla riduzione dei Risk Weighted Assets (+40bps). A luglio sono stati recuperati i due terzi dell`impatto negativo, con la plusvalenza su ICBPI e la cessione di Arca il CET1 sale a 12.6% e può assorbire con tranquillità l’impatto (-80bps) da revisione dei modelli interni a fine anno”. Il punto di debolezza del trimestre è il rallentamento nella nuova produzione di impieghi a 2,5 miliardi, ovvero piatta rispetto al primo trimestre e non ci sono segni di accelerazione nei prossimi tre mesi.
CHI CREDE ALLA RIPRESA POPOLARE
“L’utile del Banco Popolare ha battuto le aspettative del consenso del 6%, ma è rimasto al di sotto delle nostre del 9%”, scrivono gli analisti di Mediobanca Securities, che ribadiscono il loro outperform con target price di 17,6 euro. Se tuttavia si escludono “12 milioni di costi relativi a pensionamenti anticipati l’utile core ante imposte sarebbe di 34 milioni contro la nostra stima a 39 milioni, una differenza poco significativa”. “Per quanto riguarda i costi di finanziamento – continuano da Mediobanca – il Banco ha registrato 402 milioni di margine di interesse nel secondo trimestre, battendo sia il consenso sia le nostre stime del 3-4%. La performance è attribuibile a minori costi di finanziamento nel wholesale, visto che lo spread alla clientela è diminuito di 5 punti base da 186 a 181, supportato da un minor costo di finanziamento nel retail”. E il costo del funding ha ulteriori spazi di miglioramento in quanto nella seconda parte del 2015 sono in scadenza altri 1,7 miliardi di finanziamenti. …
E CHI NO
Non tutti sono così ottimisti. “A differenza di molti altri competitor l’utile del Banco Popolare potrebbe subire una qualche pressione nel resto del 2015 – scrive Marta Bastoni, Barclays – con gli interessi netti e gli accantonamenti entrambi in deterioramento. Ci aspettiamo una combinazione tra il calo a livelli inferiori del rendimento del portafoglio di debiti sovrani e di emissione di debito più espansivo, che produrrà una contrazione dei margini con una crescita degli impieghi insufficienti a contrarla. Come per altre banche, la qualità degli asset è sostenibile ma una riduzione nella copertura degli Npl suggerisce che il costo del rischio di 88 punti base nel secondo trimestre non sia sostenibile”.
STIME TROPPO OTTIMISTICHE?
Anche Kepler Cheuvreux ritiene che il mercato stia premiando eccessivamente il titolo sovrastimando redditività e valore creabile tramite il consolidamento e conferma il rating reduce pur aumentando il prezzo obiettivo a 13,2 euro sulla previsione di un utile netto 2015 del 20% superiori alle attese. “Il nostro prezzo obiettivo di 13,2 euro – scrivono gli analisti di Kepler Cheuvrex – include il 15% di premio per eventuali operazioni di M&A e implica un rapporto prezzo/equity 2017 di 9 volte e un rapporto prezzo/total equity di 0,6 volte in vista di un rote (return on tangible equity) maggiore del 6% nel 2017 su base standalone, a cui si aggiunge il potenziale di creazione di circa 110 milioni di sinergie lorde, ovvero l’8% dell’utile operativo lordo, assumendo una partner di dimensioni simili”.