Anche Ubi si presenta alla prova dei conti con il mercato e gli analisti. E anche per l’istituto di Bergamo carezze e schiaffi dagli esperti del settore.
PENALIZZATA DAL MARGINE DI INTERESSE
Non è generoso con Ubi Banca l’analista di Equita Giovanni Razzoli che al titolo assegna giudizio hold e target price a 7,5 euro nonostante “risultati in linea con le attese, pesa l’outlook prudente sul margine da interesse netto. Il Nii è sotto le attese per via della riduzione dell’asset spread e del calo del portafoglio di carry trade: durante la conference call il management ha lasciato intendere che non sono esclusi ulteriori cali nei prossimi trimestri. Per contrastare questo trend, è prevista accelerazione ulteriore nei volumi nella seconda metà dell’anno, che già nel secondo trimestre hanno registrato un trend confortante (+1% contro -1%). L`effetto volumi non è tuttavia tale da stabilizzare il Nii, pertanto riduciamo la stima a tutto il 2015 da – 5% a -7%”. Commissioni, costi e rettifiche sono perfettamente in linea con le attese.
COSTI IN CALO DEL 20% CON L’M&A
Quanto all’M&A, Razzoli giudica “aggressivo ma non irrealistico il target di riduzione dei costi del 20% da parte delle banche che partecipano a fusioni: è d’altronde il livello raggiunto da Ubi con Banca Lombarda. Sono inoltre attesi più risparmi rispetto al passato dal ramo It visto l`aumento della complessità dei sistemi e meno sul personale. L`indicazione supporta la nostra stima di risparmi cumulati sulla base dei costi delle popolari del 12.9%. Il tema del recesso in caso di introduzione di limiti al diritto di voto è ancora aperto. Il minore Nii ci porta a ridurre del 7% l’eps 2016-2017”.
BENEFICI DALL’ASSUNZIONE DI MAGGIORI RISCHI
Ubi merita un giudizio overwieght per Barclays che crede in un upside del titolo fino al 30% del prezzo attuale. “Con la competizione che cresce – scrivono gli analisti della banca britannica – Ubi intende prendere un po’ di rischio in più sul portafoglio crediti e difendere il suo margine da interesse netto. La banca ha la minor fetta di Npl all’interno del nostro universo italiano al 14,9% e il nuovo rischio sarà tutto nel segmento dei presiti garantiti, il che ci fa ritenere la posizione strategica adeguata e ci fa creder che vedremo alcuni benefici nei prossimi trimestri”. Ciò non impedisce però di tagliare le stime di profitti netti dell’8% nel 2015, del 3% nel 2016 e del 2% nel 2017.
CHI DICE Sì E CHI DICE NO
Citigroup, infine, giudica il titolo da comprare e gli assegna un prezzo obiettivo di 8,6 euro; outperform anche per Credit Suisse con prezzo di 8,5 euro, mentre per Banca Akros alla vigilia dei conti la banca bergamasca merita solo un neutral con una previsione di prezzo di 7,6 euro.