Secondo la stima preliminare, il Pil italiano è cresciuto di 0,2% t/t e 0,5% a/a nel secondo trimestre 2015.
IL RALLENTAMENTO ITALIANO
La variazione trimestrale, perciò, rallenta marginalmente rispetto al primo trimestre e risulta in linea con la nostra stima (ritoccata al ribasso da 0,3% a seguito dei dati di produzione industriale di giugno).
L’ANALISI DEI SETTORI
Istat ha riferito che la crescita è venuta dai servizi, a fronte di un andamento stagnante del valore aggiunto nell’industria (aggregato che include le costruzioni, le quali rimangono caratterizzate da un andamento molto debole) e di una contrazione nell’agricoltura. Nel complesso, sta continuando lo spostamento della crescita dal settore estero a quello domestico, sebbene con numeri ancora molto piccoli.
LE PREVISIONI SUL 2015
La variazione “acquisita” (cioè l’incremento medio annuo ipotizzando crescita nulla nel secondo semestre) è pari a 0,4%. Ipotizzando una crescita di 0,3% t/t sia nel terzo sia nel quarto trimestre, che rappresenta il nostro scenario centrale, la crescita media annua 2015 si collocherebbe allo 0,6% a/a. Al momento, perciò, non è assolutamente compromessa la possibilità di conseguire una variazione media annua di 0,7%, come ipotizzato dal governo.
LO SCENARIO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
D’altronde, si prevede un netto rimbalzo della produzione industriale già nel mese di luglio, mentre il recente calo delle quotazioni petrolifere nei prossimi mesi sosterrà il reddito disponibile reale delle famiglie molto più di quanto si prevedesse a inizio 2015.
CHE COSA SUCCEDE NEGLI ALTRI STATI EUROPEI
In precedenza, la Francia aveva annunciato una variazione trimestrale nulla dopo il +0,7% t/t del 2015.T1, e la Germania un incremento di 0,4% t/t e 1,6% a/a – migliore di quello che ci si potesse attendere alla luce del pessimo andamento della produzione industriale in giugno. Robusto il dato spagnolo (+1,0% t/t), fiacco e inferiore alle previsioni quello dell’Olanda (+0,1% t/t e 1,6% a/a, in netto rallentamento dal 2,5% del primo trimestre). Fra le piccole economie dell’Eurozona, la Slovacchia ha fatto meglio del previsto (3,2% a/a, in accelerazione da 3,1%), così come la Grecia (0,8% t/t). In rallentamento la Finlandia (-0,9% a/a da -0,7%, dato quest’ultimo rivisto al rialzo da -1,2%). Nel complesso, la crescita dell’Eurozona continua a un passo moderato, senza segnali di accelerazione ma con una significativa riduzione del divario fra centro e periferia apertosi durante la crisi del debito.