I due nostri soldati italiani sotto processo, di cui uno, in stato di custodia nel kerala in India, sono vittime 4 volte: del senso del dovere e dell’obbedienza agli ordini, delle ricostruzioni approssimative, di isterie, di strumentalizzazioni e complottismi. Ora che anche Girone, sequestrato a kerala e in preda a giustificato terrore, si è ammalato, ha diritto di essere curato in Patria e restarci.
E’ evidente che il nostro governo conta poco nella scena internazionale, la debolezza diplomatica e la vicenda comunque rappresenta una mortificazione per il nostro paese. E’ un’abitudine purtroppo riscontrata anche a livello europeo e internazionale: ambasciatori stranieri in Italia che hanno difficoltà quando arriva dal suo paese una delegazione politica o economica: i diplomatici cercano di organizzare incontri ai massimi livelli, ma a questi poi partecipano inevitabilmente in effetti funzionari minori che non hanno nulla da dire.
Ricordiamo molto bene un tour di parlamentari andati in India in occasione del sequestro dei due Marò che hanno promesso promesso… . Poi il nulla, o quasi. Sovente quando si parla di India in Italia si è di fronte ad imprenditori indiani che vengono a chiedere collaborazione per grandi imprese, ma l’atteggiamento nostrano è che si ritiene l’India un paese sottosviluppato e i grandi progetti informatici, di reti di infrastrutture e autostrade, non le abbiamo mai concepite come un sostegno reciproco.
Vi sono grandi industriali del settore meccanico, elettronico, tessile, che non colgono l’opportunità di scambi, ma concepiscono invece l’India come un paese in cui portare là il management apicale e istruire la manodopera locale perché il costo del lavoro è molto basso e fare profitto all’estero.
Il governo nazionale indiano, guidato da un’ampia coalizione centrata sul partito del Congresso di cui Sonia Gandhi è stata l’anima è in crisi e si è creata una situazione di nuove elezioni nel cui agone politico sono rientrati anche i nostri due soldati.
La signora Gandhi infatti è accusata dall’opposizione di molte colpe e tra queste quella di essere forestiera, godendo comunque ancora di grande prestigio e seguito nel paese e una trattativa per l’elezione suppletiva per un solo seggio del parlamento locale nel Kerala ha complicato la situazione.
In Italia non si considera un dato di fatto: il Kerala è integralmente alfabetizzato e vanta tassi di scolarità significativi; è una popolazione che ha avuto in buona parte esperienze dirette di migrazione o comunque contatti col fenomeno ed è una delle regioni dell’India a più alta vocazione turistica, una significativa percentuale di cristiani (20% circa) e, tra questi, di cattolici.
Dunque non basta appendere le immagini di Latorre e Girone con appelli alla loro salvezza, auspicare il boicottaggio delle attività economiche indiane in Italia: a Roma sono apparsi manifesti dove, sotto la scritta “Riprendiamoci subito i nostri soldati”, si è arrivati ad inneggiare al conflitto: “ad un atto di guerra si risponde con la forza così come avrebbe fatto qualsiasi altra nazione”.
L’india non è un paese ostile e dittatoriale, anzi è una grande democrazia, è un paese che ha livelli di partecipazione alla vita democratica, al dibattito politico forse superiore a quelli cui siamo abituati noi. Dobbiamo salvare i nostri soldati da un procedimento sommario e ingiusto, senza garanzie, da un conflitto di giurisdizione, e ora siamo arrivati al tribunale dei diritti marittimi internazionali dopo quasi 4 anni di inutili e ridicoli nonché tenui tentativi da parte dei nostri governanti.
Comunque siamo arrivati faticosamente ad un procedimento processuale straordinario. Il dibattimento seguirà le proprie regole, con un’accusa e una difesa che si confrontano e giudici che decideranno in autonomia. Ci chiediamo e la diplomazia farà il suo dovere? l’italia sarà in grado di essere corretta? l’Europa assisterà l’Italia nel far valere le proprie ragioni?
E’ auspicabile che i risultati delle nuove analisi balistiche, le rilevazioni satellitari sulla posizione della nave italiana, le testimonianze dei pescatori e dei marinai dell’Enrica Lexie sollevino i nostri soldati dalla pesante imputazione di aver sparato all’equipaggio disarmato di un peschereccio in un’area che pare immune dall’attività di pirati somali o indiani(Ricordate quando due Natali fa quando in collegamento da Kerala Girone urlò che loro avevano obbedito agli ordini?). Intanto per prima cosa pretendiamo, anzi andiamo a prendere Salvatore Girone e facciamolo curare in Italia e non rispediamoli entrambi in India.
Contemporaneamente “salviamo “ i nostri soldati sulla base di una difesa incardinata sulle ragioni del Diritto internazionale. L’Italia tutta ha il diritto e il dovere di far valere le sue ragioni e di tutelare le sue forze militari che invia in tutto il mondo e in cui in tanti hanno e danno la vita. Noi non ci meritiamo e soprattutto Girone e Latorre di essere strumentalizzati da chiunque(compresi alcuni italiani ignoranti complottisti), non riconosca la nostra autorevolezza che purtroppo ,ora, è in mano ad un governo debole.