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La guerra di Isis ai gay

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a porte chiuse la scorsa settimana per discutere la situazione degli omosessuali perseguitati in Irak e Siria dagli estremisti islamici.

CAMPAGNA ANTI-GAY

Ad agosto un uomo, accusato di essere gay, è stato lanciato da 60 metri di altezza nella città irachena di Ninive. Il video della “punizione” è stato diffuso in Rete dallo Stato Islamico. Secondo le Nazioni Unite, il Califfato ha ucciso almeno 50 persone per sodomia. A giugno, la hisba, polizia religiosa dello Stato Islamico, ha arrestato tre ragazzi a Mosul, e li ha scaraventati da un palazzo di sette piani. È stato il castigo per aver praticato l’omosessualità. Tra le testimonianze ascoltate al Palazzo di Vetro, c’era anche la storia di un bambino di nove anni, stuprato da un militante di Isis, e poi ucciso per omosessualità.

HISBA, POLIZIA RELIGIOSA DI ISIS

La hisba ha creato una brigata speciale di giovani combattenti incaricati di prendere appuntamenti con uomini, spacciandosi per omosessuali. In questo modo, secondo il Daily Star, possono identificarli, arrestarli e assassinarli per avere infranto le leggi islamiche. I radicali islamici sfruttano anche i contatti del cellulare e le pagine Facebook dei detenuti per trovare altri presunti omosessuali.

OMOSESSUALITÀ NELL’ISLAM

Alcuni dei più importanti poeti arabi, come Abu Nuwas, sono stati apertamente omosessuali. Le mille e una notte, classico della letteratura popolare araba medioevale, è piena di riferimenti all’amore tra persone dello stesso sesso. Ma nulla è ammesso. L’omosessualità, come in tante altre religioni, è vietata dall’Islam, anche se non è nominata. Sul Corano ci sono passaggi che condannano esplicitamente gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso. Molti abitanti del paese di Lot, per esempio, sono stati cacciati per avere compiuto atti omosessuali. Anche se ci sono pene diverse, la maggior parte dei paesi islamici, dall’Arabia saudita all’Iran, vietano l’omosessualità. In Algeria, Tunisia, Indonesia e Turchia c’è più tolleranza.

PROPAGANDA DELL’ORRORE

I militanti di Isis non si accontentano di torturare e uccidere i gay. Fanno anche propaganda, con fotografie e video di lapidazioni e decapitazioni, per imporre un comportamento “adeguato” alla popolazione. Secondo racconti di alcuni testimoni, molte volte il pubblico applaude e lancia sassi alle vittime prima di morire.

Alla riunione del Consiglio di sicurezza, un iracheno chiamato Adnan raccontò la sua esperienza al telefono: “Nella mia società essere gay comporta la morte. Quando Isis uccide un omosessuale, la gente è felice perché pensa che siamo malati. L’Isis guadagna una buona immagine con queste azioni”.

MALE COMUNE

Ma non solo Isis insegue e discrimina gli omosessuali. Anche l’Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti, punisce duramente l’omosessualità con frustate, castrazioni, carcere e pena capitale. In Egitto il regime militare del presidente Abdel Fattah al Sisi ha ordinato una campagna contro il libertinaggio e sono stati arrestate più di 150 persone colpevoli del loro orientamento sessuale.



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