è indubbio, il capitalismo è la più straordinaria invenzione umana per la produzione della ricchezza. ma è altresì tristemente noto che la versione del turbocapitalismo ha accresciuto le diseguaglianze. leggo in “l’economia civile” di l. bruni e s. zamagni (il mulino): “l’economia di mercato, quindi, ha un bisogno strutturale di ineguaglianze:
“ciò che veramente si desidera, quando si parla di ricchezza, è soprattutto il potere sugli uomini. detto nel modo più semplice, il potere di ottenere per noi stessi il vantaggio del lavoro di un servitore, di un artigiano e di un artista; in senso più ampio, l’autorità di guidare grandi masse in una nazione per scopi che possono essere diversi. (…) E questo potere di ricchezza è certamente più o meno grande in diretta proporzione con il numero delle persone che sono tanto ricche quanto noi, e che sono pronte a pagare lo stesso prezzo per un articolo che è disponibile in modo limitato” (j. ruskin, cominciando dagli ultimi, edizioni san paolo)””.