Fare lobbying è un’attività seria e complessa, ma per essere incisiva ed efficace, ha bisogno di competenze e conoscenze tecniche e relazionali. Per questo Running Academy, la scuola di alta formazione promossa da Running e QuickTop-Reti, ha studiato percorsi formativi rivolti ai professionisti di relazioni istituzionali, lobbying e comunicazione, e a coloro che vogliono intraprendere la professione del lobbista.
Le novità di quest’anno, l’attività formativa e le ultime curiosità sul mondo dei lobbisti raccontate in una conversazione con Formiche.net da Massimo Micucci, membro del Comitato scientifico della Running Academy, consulente senior presso QuickTop (licenziataria del marchio Reti), società che cura le relazioni istituzionali, i rapporti con la stampa e la comunicazione strategica di aziende, ed esperto di comunicazione.
Micucci, quest’anno, dopo 14 anni di attività formative con Reti, è nata la Running Academy. Una scuola di alta formazione per i lobbisti del futuro, ma anche del presente. Quale sarà la novità più importante di quest’anno?
Chissà se ci saranno lobbisti in futuro, o se non dovremo invece farci un po’ tutti lobbisti, anche di noi stessi. Forse un giorno attività parlamentare e procedure della legge di stabilità si studieranno a scuola, ma intanto alcune considerazioni sono certe: l’attività regolatoria e legislativa non si ferma, anzi aumenta, per via dell’iniziativa dei governi negli ultimi tre quattro anni, così come per l’urgenza delle problematiche di questi tempi e per la complessità crescente della società in cui viviamo. Ergo ci vogliono degli interpreti preparati per le aziende, dei makers della politica e della comunicazione in grado di aumentare l’efficienza della loro attività di pressione. Per di più c’è una richiesta crescente di trasparenza che vuol dire anche saper raccontare in chiaro l’agire politico e le sue conseguenze.
In cosa consiste oggi la professione del lobbista? Basta una buona conoscenza del processo legislativo?
La conoscenza anche sperimentale dell’intero sistema decisionale pubblico è fondamentale, e la rapidità dei cambiamenti su ogni fronte impone anche flessibilità e intelligenza: quasi tutto ormai è in versione beta, destinato a cambiare ed essere corretto. Occorre però conoscere non solo i processi ma anche i problemi: il lobbista o è un partner propositivo o diventa automaticamente un fastidioso questuante, una vera e propria macchietta dell’antipolitica. Dobbiamo saperne meglio e di più su tutto per essere considerati da chi discute con noi un vero valore aggiunto. Questo perché la concorrenza più temibile sono i lobbisti ombra, quelli annidati dentro una parte della dirigenza pubblica ma anche nel Parlamento, quei decisori che sono eletti da tutto il popolo, ma ascoltano solo l’interesse di una categoria. Il lobbista vuole portare allo scoperto quegli interessi, affinché i decisori siano informati anziché subdolamente condizionati. Anche dal circuito mediatico, che gioca a sua volta la sua parte spesso “viziato” da ragioni non dichiarate. Insomma, il lobbista preparato aiuta a fare chiarezza e trasparenza.
Perché un lobbista con relativa esperienza è attratto dai vostri corsi? Non si annoia?
Innanzitutto, nei nostri corsi è il benvenuto chi ha passione e interesse per il decision-making politico. Dopodiché le nostre attività sono impegnative ma, allo stesso tempo, arricchite da case history, laboratori, testimonianze, esercitazioni collaborative e molto altro.
Quanto influiscono i nuovi media nella costruzione di una consapevolezza e un consenso diffuso nei riguardi di uno specifico provvedimento a cui si vuole arrivare?
Oggi comunicazione e potere coincidono. Non è un caso che abbiamo ideato il corso “Media, persuasione e potere”(Velardi, Labate, Semprini e Messa tra le testimonianze). L’arena mediatica è quella propria della decisione pubblica mentre le istituzioni vengono alla fine, e ciò che conta la definizione di agende. La comunicazione non è solo uno strumento, ma un ambiente che bisogna conoscere e saper praticare. In questo senso i new media sono l’ambiante più vasto e interattivo, dotato di palcoscenici diversi ed integrati tra loro. Ciò che non è on line praticamente non è. Per di più, diversi strumenti assolvono diverse funzioni: facebook per le attività grassroots, twitter per l’interazione diffusa con la classe dirigente e gliinfluencer, ma anche i blog aggregatori come repository intelligente d’idee e memoria. Tutto è utile per creare o difendere una reputazione o un posizionamento. Sempre con grandissima attenzione, perché mouse e smartphone possono diventare una pistola senza sicura. Bisogna apprendere un uso critico e non ripetitivo della rete: se siamo un po’ disattenti o incontinenti, internet e i social network possono velocemente liquidare la nostra sudata credibilità.
Tornando al sodo, come partirà l’attività formativa di quest’anno? Prevedete dei percorsi specializzati su uno specifico tema, o pacchetto di leggi?
Da settembre prenderanno il via i corsi della Running Academy organizzati in formula weekend permettendo così anche a chi lavora di poter partecipare. Il primo corso, rivolto a manager delle relazioni istituzionali, sarà sulla “Legge di bilancio”, previsto per il 25 e 26 settembre, proprio prima della maratona di quest’anno. Tratteremo nello specifico cosa è bene fare e non fare, ma anche come non perdere né far perdere tempo a chi ne sta discutendo. Sono previste, tra le altre, le testimonianze di Renato Loiero, Direttore del Servizio del Bilancio del Senato della Repubblica, e di Simona Genovese, Responsabile Affari giuridici della Presidenza del Gruppo dei Senatori PD. Il 9 e 10 ottobre è invece previsto il corso “Lobby e Italicum”: Francesco Clementi, Professore di diritto pubblico comparato a Perugia, insieme ad altri docenti, forniranno gli strumenti utili per interpretare al meglio il nuovo scenario politico-istituzionale al fine di costruire un’attività di lobbying in linea con quelle che sono le ultime modifiche introdotte. A questi si aggiungono corsi su altri temi specifici di grande attualità: regole e procedure presenti e future del Débat Public con Iolanda Romano, Fondatrice e Presidente di Avventura Urbana, Alessandro Beulcke, Presidente del Nimby Forum e Chicco Testa, Presidente di Assoelettrica. Tratteremo inoltre una questione divenuta dirompente e urgente grazie alla nuova legge sul finanziamento dei partiti, il fundraising della politica. Il 27 novembre, invece, sarà inaugurata la XXVII edizione del nostro corso base su “Comunicazione, lobby e politica”, dedicato all’attività di lobbying nel suo complesso, compresa l‘esigenza della sua regolamentazione.
Ci sono novità nel Comitato scientifico?
Il Comitato Scientifico conta sull’autorevole expertise di docenti che, stavolta, hanno insistito su un obiettivo: educare i nuovi lobbisti a “educare” a loro volta le imprese su politica e processi decisionali complessi. Troppo spesso le aziende “sopportano con rabbia” o s’illudono di eludere provvedimenti che prima o poi arrivano, e non hanno fiducia in un percorso d’interazione, anche lungo, tra interessi e decisori. È come se la distanza della politica fosse stata introiettata con rassegnato pessimismo anche da chi deve fare impresa, ma perché i primi segnali di ripresa possano diventare efficaci, invece, la rassegnazione deve essere accantonata. Tornando ai membri del Comitato, ne fanno parte lobbisti, professori universitari, comunicatori, imprenditori e giornalisti.
Infine una domanda sul network formatosi negli anni della vostra attività formativa: quanto è importante per la professione delle relazioni istituzionali disporre di un buon capitale relazionale?
È un dato di per sé che noi ci ritroviamo a lavorare con le persone che abbiamo formato, ovunque. Spesso ce lo ricordano quando le rincontriamo nel nostro lavoro: “Sa che io ci ho fatto un corso, con Reti e Running?”. Anche questo è un network di fatto che ormai, più che rispondere al profilo di chi ha fondato l’attività, corrisponde a chi ci si è formato. Dopodiché, il capitale relazionale non è un “patrimonio immobiliare”, e dipende dai contenuti delle relazioni: se c’è del petrolio una rete di distribuzione vale, sennò si arrugginisce al sole. E qui vale un altro punto, durante i corsi aiutiamo i futuri lobbisti a costruire e implementare reti relazionali basate sulle informazioni, ma non si tratta solo di una tecnica da imparare ma di una sensibilità di sistema a cui occorre educarsi. I clienti non ci danno solo da mangiare, ma ci insegnano tanto su come vive e cambia un’impresa, e anche le istituzioni sono una fonte di conoscenza e non solo un destinatario. Costruire reti virtuose e utili tra istituzioni e interessi è il lavoro che facciamo, e il know-how più utile che resta a chi segue i nostri corsi.