“Oh je voudrais tant que tu te souviennes des jours heureux où nous étions amis.
En ce temps là, la vie était plus belle”. Non riesco a togliere lo sguardo dalla foto di mio padre in completo gessato, che intervista Yves Montand ed ogni volta che vedo foglie ingiallire cadere e scrocchiare sotto i piedi mi assale la malinconia ripensando ai versi recitati da lui all’Olympia prima di intonare Les feuilles mortes. Sono i ricordi perduti e i profumi che ritornano. Gli affetti che non ci sono più. Il tempo che passa e un sorriso rivolto al passato. Un sentimento la malinconia di cui non bisogna vergognarsi , è come sentirsi invasi da una tristezza immotivata, dalle sfumature della città che hai sempre amato dove hai vissuto solo per poco chissà perché, o quelle di tutti i tramonti estivi che riempiono il tuo cuore, che sembra dover contenere la memoria del mondo. Anne Berest, Audrey Diwan, Caroline de Maigret e Sophie Mas, le Autrici di Come essere una parigina ovunque tu sia, raccontano che la malinconia è un sentimento tipico della parigina doc, che si siede da sola al ristorante , il libro sul tavolo, lo sguardo talmente lontano di fronte a sé che non vede nessuno e non sente le risate intorno.
Dal finestrino del taxi la parigina vede sfilare silenziosa i quartieri e le persone felici che si affrettano. Il suo respiro si fa più lento. Chiede all’autista di alzare il volume della musica per accompagnare i suoi pensieri. Chi non ha mai avuto un momento di malinconia? Solo che noi comuni mortali non ci siamo sentiti fieri del nostro essere veri, naturali; ci siamo sentiti un po’ sfigati anche al solo pensiero di poter sembrare malinconici. La parigina no. Ne va fiera, innalza la bandiera della sua diversità, della sua solitudine anche solo momentanea, perché la differenza sta tutta nella percezione che ognuno ha di sé. La parigina va fiera anche di quella capigliatura che vi sembrerà naturale, non perfetta, con una sorta di effetto flou più o meno pasticciato; è un po’ lo stesso effetto di quando d’estate su un’isola trovate quel momento di grazia in cui i capelli, mischiati con l’acqua di mare e il sole diventano semplicemente perfetti: un po’ ruvidi, un po’ chiari, un po’ salati. Ma in realtà quando le parigine vi faranno credere di essere nate con una pelle perfetta ed i capelli deliziosamente arruffati vi staranno mentendo. Tutto è frutto di un lavoro sottaciuto e tramandato da generazioni. Niente è meno naturale del naturale in Francia.
Questa probabilmente è la ragione del successo di tutti i libri che ci raccontano l’essenza della donna parigina, a partire da Parisian chic (Flammarion), fino a You’re so French ( La Martinière) in cui ciascuno di noi si può rispecchiare gratificando la propria autostima e constatando che quelli che fino a un minuto prima consideravamo difetti sono in realtà sintomi di pariginità.