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Roma città aperta, eccetto sere, festivi, assemblea sindacale, varie ed eventuali

Cosa ne pensano i ventenni/trentenni dell’episodio Colosseo? Vi dico come la pensiamo noi che nel 2010 lanciavamo la terza fascia oraria per i beni culturali, in “Non siamo figli controfigure”. Raccoglievo le denunce di noi allora ventiseienni, davanti biblioteche chiuse alle 18.00 per custodi che, a quell’ora, dovevano prendere il treno (pendolari Roma-Napoli). Raccoglievamo le testimonianze dei coetanei stranieri in Italia in Erasmus per alcuni mesi, per arricchire il confronto sul diritto allo studio e soprattutto gli orari dei servizi e laboratori.  Ma uno fra tutti è un episodio che a cinque anni da allora credevamo di esserci lasciati alle spalle. lo «sconcertante» episodio al Pantheon. Il concerto interrotto dal custode. Mentre (dal minuto dopo) in internet arrivavano i video che denunciavano l’interruzione brusca dell’esecuzione del quintetto Bach Consort alla presenza di 500 spettatori. Per quattro minuti di troppo il concerto al Pantheon viene bruscamente interrotto, perché il monumento chiude tassativamente alle 18. È accaduto domenica 28 febbraio 2010 a Roma, dove il quintetto russo si apprestava ad eseguire l’ultimo movimento di Vivaldi quando è stato interrotto dalla custode della struttura che ha fatto cenno di fermare la musica. Un esempio di come la burocrazia ferisce l’arte. Erano tutti increduli gli spettatori che ascoltavano il concerto: «Vergognatevi!» hanno urlato dal pubblico, 500 persone che stavano ascoltando e filmando il concerto quando una voce dal microfono ha invitato tutti a uscire velocemente per la chiusura. Questi episodi non si devono mai più ripetere questo era l’intento del libro, cinque anni fa. Intanto il Colosseo, l’Italia, proprio quest’anno è  “sceso” al settimo posto nella classifica stilata dalla guida più famosa al mondo, la Lonely Planet, tra i luoghi, per così dire, da vedere prima di morire. Casualmente avevo prenotato per quest’anno una settimana in Cambogia, il Paese che conquistava nella stessa classifica il primo posto con i templi di Angkor e quelli tutt’uno con gli alberi secolari e la giungla. Pensate cosa sarebbe stato andare, affrontare un viaggio così lungo e trovarli inaccessibili. Ecco la visione oggi di una neo trentaduenne, l’Italia sta vivendo sugli allori, molti dei suoi “gestori” e decisori politici e turistici se fossero andati quest’anno in Cambogia avrebbero capito che i Paesi emergenti tra l’assenza grave di acqua potabile e la corruzione hanno tuttavia messo il turbo sul turismo, come questo Paese che ha iniziato solo undici anni fa, dopo aver risolto la sua Storia con Pol Pot ed aver potuto garantire una tranquillità geopolitica ha già acchiappato il primo posto. I giovani, i quali viaggiano come mai nessuna precedente generazione ha potuto fare, se potessero in massa ricoprire ruoli e posizioni di lavoro, il nostro sarebbe un altro mercato. Questa scommessa la stiamo misurando attraverso una sfida culturale condotta da loro che potrebbero permettersi anche solo l’online, Google, i social network, e invece chiedono e cambiano i luoghi e gli usi. Si chiama #BookInBike la start up che vorremmo esistesse davvero, di cui abbiamo studiato il concept per stravolgere il rapporto con il libro per noi ancora un simbolo  ponte tra passato e futuro. E far arrivare a domicilio i libri di biblioteche e librerie, nei tempi di una pizza, per dare servizi in più e darli a tutti anche ai cittadini altrimenti di “serie B”. Ma significa dare anche importanza ai luoghi che a quel punto non potrebbero più permettersi di essere solo punti vendita ma che  dovrebbero interrogarsi su come essere utili ai lettori (quelli descritti bene da Calvino) e agli attuali non lettori. L’idea che accomuna i tre casi: il concerto, il Colosseo, i libri è sintetizzabile in un concetto #accesso quello che si chiede nel mondo digitale con l’open data e quello che manca nel mondo fisico.


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