Ecco “7su7″, la rassegna stampa ragionata del team di comunicazione strategica SPIN (Strategy Politics Image Newsmaking)
Temi di oggi nelle prime pagine:
Patto interno al Pd sulla riforma del Senato. I leghisti presentano 85 milioni di emendamenti.
Il Papa in visita negli Usa richiama i vescovi: “La Croce non sia vessillo di lotte mondane”.
Test truccati sui diesel della Volkswagen. L’ad Winterkorn si dimette, la Ue raccomanda controlli in tutti i Paesi e il governo di Berlino si chiama fuori dalla truffa.
Esteri
Il Papa da Obama. Francesco si presenta dal presidente Usa – come scrive il Corsera con Marco Galluzzo – come “figlio di emigrati” e si prepara anche a un incontro con Putin a New York.
Luigi Accattoli sul giornale di via Solferino scrive della Fiat 500 L con cui il Papa si muove per Washington e che non è sfuggita a molti osservatori nei giorni delle tribolazioni di VolksWagen.
La Stampa si occupa della canonizzazione che divide, quella di Junipero Serra, evangelizzatore della California.
Ignazio Ingrao su Panorama paragona il migrante Francesco con l’approccio seguito in Italia da vescovi e Viminale. Il vaticanista mette in luce l’interventismo sempre più accentuato del pontefice sul palcoscenico internazionale.
Nelle stesse pagine, Gianni Riotta riassume il senso della chiusura di due guerre da parte di Francesco. La prima sarebbe “il Kulturkampf, guerra culturale sull’aborto, che dai tempi di Reagan ha opposto la gerarchia conservatrice dell’episcopato Usa al partito democratico, a lungo riserva di voti cattolici. La seconda, altrettanto dolorosa, è la guerra civile all’interno della Chiesa, che ha visto cardinali, vescovi e intellettuali tradizionalisti, contro parroci, suore, fedeli progressisti”.
Sul Corsera, Fabrizio Dragosei si occupa della Grande Moschea aperta in Russia: “è l’Islam moderato in versione Putin”. Un segnale per mostrare che la Russia non è contro l’Islam ma contro estremismo e terrorismo.
Siria: fra i due litiganti, il terzo (Putin) gode. Scrive su Panorama l’esperto di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi: “mentre l’occidente rifiuta qualsiasi compromesso col dittatore siriano Bashar al Assad, il presidente russo si schiera dalla sua parte contro Isis e sposta il potente Iran verso Mosca”.
Scrive sul Foglio David Carretta: “Un’altra Grecia senza Tsipras è possibile. Guardate il Portogallo”. A meno di due settimane dalle elezioni politiche, la coalizione di centro destra (uscente il premier Pedro Passos Coelho) è quasi quattro punti avanti al partito socialista. Il messaggio dell’anti Tsipras portoghese è insistere sulla strada del risanamento, per rinunciare a nuovi salvataggi. Nel frattempo riforme e tagli pubblici hanno portato frutti economici. Il Pil è ripartito, con un +1,6% quest’anno e un +1,8% l’anno prossimo.
Religione
Secondo Eleonora Mazzoni, autrice di un volume sugli italiani e la fede ora in libreria per Chiarelettere, papa Bergoglio non elimina i divieti sull’aborto ma usa “parole nuove”, cambia dunque il linguaggio per avvicinare la chiesa agli individui. Su Panorama.
Secondo Magdi Cristiano Allam, sul Giornale, “La Chiesa aperta non difende i cristiani: la scelta di Papa Francesco di fare accogliere incondizionatamente i clandestini persino nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani, pur essendo un’invasione promossa dal regime islamico turco di Erdogan e dal terrorismo islamico che dal 2011 controlla le coste libiche, nel contesto di una islamizzazione demografica dell’Europa, è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia e incrinerà il rapporto spirituale con i cristiani d’Oriente”.
Politica
Riforma del Senato. Monica Guerzoni intervista la presidente della commissione affari costituzionali, Anna Finocchiaro, che dice: “Conflitto molto duro, ma ha vinto il partito. Ho fatto ciò che dovevo. Sui passaggi successivi deciderà il presidente del Senato, mi fido di lui”. Per Finocchiaro si dice sia pronto un posto alla corte costituzionale.
Riforma penale. Giuseppe Falci per Repubblica intervista Walter Verini che a proposito di intercettazioni ribadisce assiomi piddì: “il Cav voleva limitarle nelle indagini. Bisogna invece fare in modo che sui giornali finiscano solo fatti che non riguardano la vita privata delle persone”.
Dell’argomento si occupa sulla Stampa anche Vladimiro Zagrebelsky con un intervento dal titolo “Intercettazioni. Quando è giusta la pubblicazione”. Nelle stesse pagine la posizione delle toghe che parlano di “riforma penale deludente”, lamentano di essere sotto scacco e denunciano “forme di pressione” mentre per la maggioranza si tratta di un testo coraggioso che inciderà sulla durata dei processi. Ne scrive Francesco Grignetti.
Riforma della sanità. Le misure annunciate dal ministro Lorenzin trovano diversi commenti sulla stampa nazionale. Gian Antonio Stella sul Corsera parla di medici stretti tra tagli e giudizi, con il business delle richieste di risarcimento e le nuove riduzioni di analisi e visite.
Riforma dei diritti civili. “Per colpa di Lege a Sel salta il sì alle unioni civili”. Francesco Bei per Repubblica intervista il ministro Boschi che appare battagliera: “Di fronte a un ostruzionismo straordinario (gli 85 milioni di emendamenti leghisti, ndr) è chiaro che dovremo trovare strumenti di reazione altrettanto straordinari”.
Esodo da Forza Italia. Scrive Carmelo Lopapa su Repubblica: “in otto con Verdini. Nei giorni scorsi avevano lasciato già i senatori Auricchio e Amoruso”. L’ira di Berlusconi: “senza me non sono niente”.
Ma Saverio Romano, intervistato proprio da Lopapa: “Con Denis avremo futuro, con Silvio no”.
Accreditati dal passaggio con Verdini, secondo Tommaso Labate che ne scrive sul Corriere, anche i senatori Sante Zuffada e Franco Cardiello.
Sul Giornale, Gigi Mascheroni definisce i medici “figli di un dio minore” e mette a confronto la possibilità di ‘indagine’ medica con la responsabilità civile e giudica la limitazione degli esami clinici da parte del governo, come se ai pm fossero state vietate intercettazioni.
Informazione e futuro Rai
Intervistato dal quotidiano il Tempo, il neo componente del Cda Rai, Paolo Messa, punta il dito contro il format televisivo Rai: “Domanda e offerta non si incontrano più”. Occorrono, secondo Messa, palinsesti più attenti all’interesse pubblico. “Renzi ha affrontato un tema che è sul campo e che ignorare sarebbe grave oltre che stupido. La formula del talk show così come la conosciamo da dieci anni, non funziona più. La questione è il format televisivo, il linguaggio, la capacità di saper offrire all’opinione pubblica un valore aggiunto che evidentemente non viene più percepito”. Per Messa il problema non è tanto dei conduttori quanto dei direttori di rete, dei capistruttura, degli esperti del palinsesto televisivo. Il bilancio della Rai è per il 70% proveniente dal canone. Il servizio pubblico non è un optional ma un imperativo categorico”.
Giustizia
Sul Giornale: De Benedetti rinviato a giudizio per i morti di amianto alla ex Olivetti. Ne scrive Stefano Zurlo: accuse schiaccianti durante la ricostruzione in 5 ore di requisitoria, 28 imputati tra cui l’ingegnere.
Gian Maria De Francesco firma l’apertura del Giornale: “Il padre di Renzi nei guai per un affare da 260 mila euro di finanziamenti che non gli spettavano ricevuti dalla regione”.
Il Messaggero dà conto di una delibera approvata all’unanimità meno uno (consigliere laico Pd, Giuseppe Fanfani) da parte della sesta commissione del Csm. Nella delibera il Csm chiede al Parlamento una stretta nella regolamentazione dei magistrati che facciano politica. Uno dei nodi principali è il rientro in attività dopo l’esperienza come deputato o senatore.
Il Fatto Quotidiano non molla la presa sul sindaco di Roma, Ignazio Marino, e rivela: “l’organismo di revisione dei conti del comune chiede i documenti alla ragioneria del Campidoglio”. Nel mirino “voli, cene vip e caffè con la credit card comunale”.
Economia
VolksWagen. Scrive Eugenio Occorsio su Repubblica: “Multe, rimborsi e titoli bruciati. Un buco nero per Wolsburg”. Analisti preoccupati: i costi eccederebbero largamente i 6,5 miliardi accantonati.
Non a caso, forse, Federico Fubini sul Corriere scrive di VW come della “Lehman d’Europa”: la crisi tedesca ricorda quella americana dei subprime. Nel 2008 il governo decise che le banche andavano salvate, le conseguenze sull’economia sarebbero state devastanti.
Il Sole 24 Ore vede una corsa a tre per la successione nel ruolo di ad: Matthias Muller (Porsche), Rupert Stadler (Audi) ed Herbert Diess (marca VW9). Tra i possibili outsider il CFO, Potsch.
Andrea Ducci sul Corriere: “Bce pronta a estendere l’acquisto di titoli”. Draghi al parlamento europeo dice: non esiteremo ad agire in caso di rischi al ribasso per l’eurozona. L’agenzia di rating S&P avverte: l’Italia è fuori dalla recessione ma la ripresa è timida.
Infrastrutture. Roberto Petrini su Repubblica scrive che è pronto l’emendamento del governo al Codice degli appalti: addio alla legge obiettivo, tornano le procedure degli appalti. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, dal 2001 realizzato solo il 16% delle opere, mentre i costi sono saliti del 118% per le varianti.
Nelle stesse pagine, spazio alle due autostrade costate miliardi e diventate – secondo Repubblica – un deserto d’asfalto. Ne scrive Paolo Berizzi: “flop della Brescia-Bergamo-Milano e della tangenziale est esterna di Milano. Inaugurate un anno fa a maggio, il loro prezzo ha raggiunto il triplo rispetto a quanto programmato. E le auto che le percorrono sono un quarto di quelle previste”.
Sul Foglio, Giulio Meotti racconta la denuncia del vice di Draghi, il portoghese Vitor Constancio, che ha denunciato il “suicidio demografico europeo” fatto di culle vuote e immigrati.
Francobollo sul Corsera, a firma Nicola Saldutti: “il tema è abbastanza delicato. La Cassa depositi e prestiti un tempo era azionista di Poste, ora non più. Le Poste collocano i prodotti finanziari di Cdp, a partire dai buoni postali fruttiferi che sono una delle principali forme di risparmio degli italiani. Per questo le Poste ricevono una commissione che ora per certi versi Cdp non ritiene più adeguata alle condizioni di mercato visto il ribasso dei tassi d’interesse”. Sullo sfondo il ruolo del Tesoro e la semi imminente quotazione in borsa di Poste.
Secondo l’esperto di previdenza, Alberto Brambilla, intervistato da Libero “toccare la legge Fornero costa 500 milioni”: “servono uscite ad hoc per salvaguardare disoccupati e licenziati. Il prezzo è modesto”.
Sulla Gazzetta del Mezzogiorno la battaglia di Raffaele Fitto nell’Ue a difesa del cosiddetto “oro di Puglia” in vista dell’arrivo dell’olio tunisino. Bruxelles ha infatto dato il via libera all’accesso di olio supplementare tunisino nei Paesi Ue.
Sul Sole 24 Ore, la Francia descritta da Marco Moussanet è realmente “malato d’Europa”: Parigi soffocata dalla spesa pubblica che ha raggiunto quota 57,2% del Pil. Ipertrofici i costi dei dipendenti degli enti locali. Nonostante la pressione fiscale al 44,7% il Paese sta faticosamente cercando di portare il proprio deficit nominale al 3,8%.