Il tema è stato posto dal Foglio: la destra oggi non c’è perché c’è Renzi, oppure Renzi c’è perché non c’è più la destra? La risposta che dà il giornale è che il premier, che si colloca al confine fra i due schieramenti, supera di fatto la vecchia distinzione destra-sinistra perché sta dando vita ad una nuova forma bipolarismo. Quello fra il Partito del SI, che vuole fare le cose, e quello del NO, che punta a mantenere lo status quo.
In realtà il tema è un po’ più complesso. Partiamo da un dato di fatto. La tecnologia e lo sviluppo che hanno avuto le società occidentali hanno cambiato i termini della questione. La nuova situazione obbliga destra e sinistra a rivedere molte delle loro idee forza ma se riduciamo all’essenziale i due concetti e facciamo destra uguale individuo e sinistra uguale società vediamo che concettualmente la destra, quella ovviamente non populista e non demagogica, è in vantaggio. E infatti il mondo sviluppato negli ultimi anni sta andando, di regola, a destra. Anche perché essendo meno ideologica, la destra è più pronta della sinistra ad adeguarsi ai cambiamenti. Cameron e la Merkel sono i due classici esempi di politici conservatori che, recependo lo spirito dei tempi, governano da anni e il loro ciclo non sembra destinato ad esaurirsi tanto presto. A sinistra invece si cerca di reagire alle mutate condizioni sociali riscoprendo i valori perduti. Il che molto probabilmente condannerà quella parte a restare per anni all’opposizione, a meno che non si decida a mischiare le carte come sta facendo Renzi. Il nostro Premier parla come uno di destra ma poi non è del tutto conseguente a quello che dice. La politica di Renzi è tutta uno stop and go. Sulla scuola, sul Senato, sulla legge elettorale, sulle liberalizzazioni. Si parte da un assunto e poi si arriva ad un provvedimento che parzialmente lo nega e che , di conseguenza, risulta molto pasticciato e non in grado di ottenere gli effetti che era lecito aspettarsi. Ancora una volta i provvedimenti presi o che si stanno prendendo sulla scuola, il Senato, la legge elettorale e le liberalizzazioni sono lì a dimostrarlo. Mancando in Italia un Cameron o una Merkel, Renzi la fa da padrone. Non è allora Renzi che ha ammazzato la destra, è il suicidio della destra che ha permesso a Renzi di emergere. Come male minore, non come soluzione ai problemi italiani.
Il bello o il brutto, secondo i punti di vista, della situazione è che, nonostante la sua inconsistenza e indeterminatezza politica, Renzi resterà in sella per molto tempo. Per la ragione molto semplice che manca, almeno ad oggi, una qualsiasi alternativa credibile. Per ora le condizioni economiche internazionali, con il basso prezzo del petrolio, la politica della BCE e l’apprezzamento del dollaro, permettono, queste e non le pasticciate riforme del governo, all’Italia di respirare. Ma se il quadro internazionale dovesse cambiare allora sarà evidente a tutti che il re è davvero nudo.