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Bassolino, Napoli e l’assenza di una classe dirigente

Roberto Race
Roberto Race in uno scatto di Vincenzo Oliviero

Sono settimane che a Napoli è iniziato il totonomi per i candidati a sindaco.
Un bene perchè la città deve arrivare alle elezioni della primavera del 2016 con una consapevolezza collettiva dell’importanza della scelta.
Luigi De Magistris ha annunciato la sua candidatura, il suo sfidante del Pdl Gianni Lettieri spera di avere un’investitura ufficiale ed è pronto da tempo, il 5 stelle dovrebbero ricandidare Roberto Fico (così sarebbe una riproposizione delle precedenti elezioni…) e il pd è dilaniato dagli scontri tra le mille correnti.

Nel totonomi ha iniziato ad impazzare anche quello di Antonio Bassolino. Il suo ritorno in campo lascia tante riflessioni e accende i riflettori sull’assenza di una classe dirigente quarantenne/cinquantenne in grado di prendere in mano le redini della città (spero di essere smentito dai fatti…).

Oggi l’edizione campana de La Repubblica ha pubblicato questa mia riflessione:

In questi giorni si parla molto di una potenziale candidatura a Sindaco di Napoli di Antonio Bassolino e le analisi fatte dal suo giornale già danno luce a tanti dubbi e perplessità che ho.

Voglio condividere alcune riflessioni molto intime. Bassolino è una delle persone che mi hanno spinto 22 anni fa (è imbarazzante dirlo ma è così…) nel 1993, quando avevo 13 anni, a fare politica per alcuni anni.

Negli anni della sua prima candidatura Bassolino era un punto di riferimento per la capacità di aggregare e andare al di là della coalizione che ti aveva eletto. Era il Sindaco della città, apprezzato anche da chi non l’aveva votato. Negli anni successivi, al Comune e poi alla Regione, diciamo la verità, non ha giocato al meglio tutte le sue carte.

La complessità dei problemi di Napoli e della Campania li conosciamo, (e per questa ragione non sono un detrattore per partito preso di De Magistris), ma la grande responsabilità politica che Bassolino si porta è quella di non aver aiutato a crescere una classe dirigente in grado di affrontare le sfide del territorio.
Ha avuto una responsabilità grande perché era il leader, l’animale politico più raffinato e capace, che il Mezzogiorno sia stato capace di esprimere in questi ultimi vent’anni.

Nel dibattere sulla candidatura o meno emergono analisi diverse che non riguardano tanto Bassolino quanto la città.
Su questo punto è fondamentale legare l’eventuale riproposizione di un Bassolino amministratore a un principio: chi non guarda al di là del proprio naso, analizzando allo stesso tempo il presente ed il futuro, condanna la città al degrado. La manutenzione delle strade, il traffico, la presenza dei vigili, sono altrettanti punti d’attenzione quotidiana che un Amministratore degno di questo nome deve saper conciliare con la “Visione”.
Altrimenti Bagnoli resterà lì per altri due secoli!

Ha ragione chi dice, come Claudio Velardi, che, se Bassolino vorrà costruire una candidatura, dovrà essere capace di dimostrare una leadership che vada al di là dell’area politica che rappresenta e che possa far crescere quella classe dirigente di cui ha maledettamente bisogno il nostro territorio.
Anche se la sua azione avverrà in un’area di centro sinistra, dovrà contagiare tutti gli schieramenti. Solo così la sua candidatura avrà senso.

Bassolino se la sente?
Roberto Race
@robertorace


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