Ecco “7su7″, la rassegna stampa ragionata del team di comunicazione strategica SPIN (Strategy Politics Image Newsmaking)
Moltissime le notizie di oggi e un carico extra di politica estera, che ha sempre più ricadute su quella interna. Il Corriere apre però con notizie dal cortile di casa: «Senato, i due fronti di Grasso. Emendamenti tagliati, Lega in rivolta». E poi ampio spazio alla polemica sul Ponte sullo Stretto con entusiasmi Ncd e stroncature Pd. Repubblica sceglie invece il «Patto anti Jihad lanciato da Obama». Per il Sole, l’argomento clou è il rientro dei capitali in Italia con la scadenza rinviata a fine anno e poi naturalmente il caso Volkswagen. Il Giornale si occupa tra l’altro dell’idea del presidente Inps, Tito Boeri, di sforbiciare gli assegni dei pensionati all’estero.
Libia. Impegno di Renzi all’Onu: «pronti a un ruolo guida». E Putin prepara la spartizione della Siria per fermare l’Isis. Aperture dell’Italia alla Russia: «Paese chiave, ha un ruolo cruciale su molti dossier chiave». A firma Fabio Martini, su La Stampa.
Obama intanto è intervenuto al vertice antiterrorismo dell’Onu: «Isis sarà sconfitto, però è una battaglia che richiederà tempo». E parla di «guerra non tradizionale» e «battaglia delle idee». Secondo l’Onu le reclute dei terroristi sono aumentate negli ultimi mesi de 70%. Sul Corsera.
Daniele Raineri, firma esperta di esteri del Foglio, spiega come e perché «l’Afghanistan viene già come l’Iraq»: «sei giorni fa il generale Campbell ha mandato a Obama cinque piani possibili per lasciare il Paese. I talebani non aspettano la Casa Bianca e intanto conquistano Kunduz, simbolo della loro disfatta nel 2001». E il governo afghano minimizza.
Francesco Battistini sul Corriere racconta dell’incriminazione del vincitore delle elezioni catalane, Arturo Mas, per «disobbedienza civile». Nel mirino il referendum autoconvocato sull’indipendenza svoltosi il 9 settembre 2014, chiamando alle urne 2 milioni di persone, utilizzando la gendarmeria catalana e occupando edifici pubblici.
Il sottosegretario Benedetto Della Vedova intervistato su l’Unità dice: «l’Europa alzi la voce per salvare il giovane Ali al Nimr. Occorre fare ogni sforzo per convincere Riad almeno a sospendere l’esecuzione. Riconoscere la sovranità saudita non implica la rinuncia alla difesa dei diritti umani». Editoriale sul Corsera a firma Paolo Mieli proprio relativo al silenzio italiano sui sauditi.
Sul Foglio, uno squarcio di politica britannica. Il capo del Labour parla alla conferenza del partito con toni rassicuranti ma la politologa Helen Thomson spiega al giornale che fu di Ferrara perché quella di Corbyn è una leadership a tempo. E indica nel vice leader Tom Watson il possibile ricambio pronto.
Economia
Il vecchio nemico è ora amico. Stefano Feltri intervista Corrado Passera sul Fatto: «Le Poste in Borsa, una svendita pericolosa per i conti pubblici». Per l’ex ad il prezzo è troppo basso, la logica errata e sono a rischio i rapporti con Cassa Depositi e Prestiti.
Su Italia Oggi a firma Carlo Valentini: «nasce sabato la coop più grande d’Europa. Possiede il 17% di Unipol e il 40 di Eataly. Fusione tra Coop Adriatica, Coop Estense e Coop consumatori Nordest».
Ugo Bertone sul Foglio si incarica di spiegare «perché Eni esplora e perfora dove le altre major arretrano, dall’Egitto all’Alaska». È un progetto a lungo termine pensato per garantire l’attività del gruppo, al di là delle oscillazioni di prezzo del petrolio, senza correre il rischio di depauperare le riserve e trovarsi impreparati nel momento in cui dovessero cambiare gli umori del mercato».
Caso Volkswagen. Richiamati 11 milioni di vetture. Se ne occupa esaustivamente il Sole 24 Ore. Intanto il titolo scende ancora in Borsa che, a sua volta, scommette sull’aumento di capitale. D’altro canto il bilancio è solido, ma il costo del dieselgate è troppo alto. Le spese per VW potrebbero lievitare fino a 10 miliardi.
Intervista di Oscar Farinetti a La Stampa, firmata da Francesco Manacorda: «mi rottamo da solo e Eataly sarà più forte. Con Guerra e la mia squadra di giovani l’obiettivo è crescere nel mondo».
Leggere sul Sole un’ampia riflessione su i tre motori per rilanciare lo sviluppo del sud. Firmata Alberto Quadrio Curzio. Consigliata vivamente ai parlamentari ed esponenti politici meridionali.
Francesco Di Frischia per il Corsera si incarica di darci una brutta notizia: «a ottobre rincarano luce e gas. Scattano gli aumenti in bolletta: +3,4% per elettricità e +2,4% per il metano».
Ampia analisi nelle stesse pagine da parte di Federico Fubini che annuncia un fisco più leggero per le imprese ma osserva che «la riduzione di Irap e Ires partirà dal 2017 e sarà prevista nella prossima legge di Stabilità. Uno sconto di otto miliardi».
Giustizia
Fitto assolto dopo nove anni di gogna. L’accusa di corruzione era una bufala. La procura chiese l’arresto per una presunta mazzetta ma l’Appello lo assolve in pieno: «il fatto non sussiste». Bepi Castellaneta firma uno dei pochi pezzi ampi sull’argomento, per il Giornale.
Rientro dei capitali. Alessandro Barbera per La Stampa scrive: «c’è tempo fino a dicembre. Per lo Stato fino a tre miliardi di gettito».
Politica
Rai tre, bufera sul Pd. Proteste dopo le parole di Anzaldi («Non sanno chi ha vinto»). La difesa dei renziani. Il sindacato dei giornalisti e l’Usigrai: frasi pesanti che rivelano la visione di un’azienda asservita. A firma Giovanna Cavalli sul Corriere.
Nelle stesse pagine, Paola Di Caro scrive: «Freccero insorge ma resta solo. Per il cda non è un editto bulgaro». Diaconale: «da analista e non da consigliere mi pare l’ennesimo episodio dell’eterno congresso Pd». Paolo Messa invita a concentrarsi su quanto di strutturale e decisivo c’è di cui occuparsi per il bene della Rai e del servizio pubblico.
Michele Anzaldi intervistato da Antonello Caporale per il Fatto Quotidiano. Il commissario Pd di Vigilanza definito da Grillo ‘piccolo Goebbels’ lamenta l’eccessivo spazio concesso alla minoranza Pd su Rai Tre.
Caustico Antonio Polito sul Corriere ed emblematico il titolo: «Se l’attacco a Rai3 arriva dai compagni». Il vice direttore del Corsera osserva: «gli uomini di partito della Vigilanza sono tornati a comandare come un tempo».
Su Libero intervista al sindaco di Venezia Brugnaro che invoca una Leopolda per salvare il centro destra ma zoppica un po’. Francesco Specchia lo intervista cercando una notizia. Invano.
Coloro i quali siano interessati al tema delle autonomie locali dovrebbero leggere oggi «La Catalogna e il sogno congelato della secessione», un articolo interessante e stimolante di Vittorio Feltri. Sul Giornale.
Manovre a Milano per un candidato forte del centro destra? Per Adalberto Signore – che ne scrive sul Giornale – è ancora presto.
Intanto prosegue il pressing Pd su Pisapia per una ricandidatura. Articolo del Corriere a firma Monica Guerzoni
La figuraccia del sindaco di Roma, Marino, con il Santo Padre, viene ripresa da Tommaso Ciriaco che su Repubblica si occupa della telefonata del finto Renzi a monsignor Vincenzo Paglia, presidente del pontificio consiglio per la famiglia, andata in onda su Radio 24 a La Zanzara. L’alto prelato stronca il sindaco capitolino: «si è imbucato a Filadelfia e il Papa era furibondo. Né io né gli organizzatori lo abbiamo invitato. Marino ha brigato per sfruttare la situazione e questo fa imbestialire il Papa».
Una rappresentazione confermata da Luigi Accattoli sul Corriere che scrive di «allergia di Bergoglio per chi prova a usare la sua immagine». E così «il primo cittadino è andato troppo oltre in una strategia filo pontefice che aveva dato qualche risultato».
Tommaso Labate si occupa di Berlusconi che ha comprato una villa in Brianza come regalo per Francesca Pascale.
Religione
Paolo Rodari per Repubblica intervista il cardinale Robert Sarah, uno degli 11 porporati che hanno firmato il libro-sfida sul Sinodo: «L’ostia ai divorziati tradisce il Vangelo. La Chiesa non può ribellarsi a Dio. Le unioni omosessuali sono un regresso di civiltà. Non sono un problema dei cattolici ma di tutta l’umanità: nessuna cultura occidentale le approva. Non è un problema della Chiesa ma umano: un’unione omosessuale non ha futuro: non dà vita». E sui risposati: «non si possono accettare due matrimoni validi, se lo facessimo non potremmo dirci più cristiani».
Bergoglio è una bolla speculativa… vaticana? Il giornalista cattolico Alessandro Gnocchi è intervistato da Goffredo Pistelli per Italia Oggi e dice: «Il Papa punta solo sul marketing. L’importante per lui è essere nei titoli di testa di tutti i tg. Fatta salva la cornice teologica, palesemente posticcia, per il resto l’enciclica ‘Laudato sì’ è l’unico documento che Bergoglio cita e utilizza, per parlare, ad esempio con Obama o per andare all’Onu. Cristo non è mai stato citato dal Papa e i problemi, per lui, sono diventati quelli dell’ambiente, della disoccupazione, dei rapporti con la politica».
E ancora: «Il grande consenso che grazie alla tv Bergoglio – Pope Star – ottiene in tutti i Paesi del mondo, non corrisponde ad alcuna conversione al cattolicesimo. Non si fa a cazzotti per entrare in chiesa. Semmai si fa a cazzotti per uscire, se le chiese fossero piene, ma non lo sono. Dov’è l’effetto Papa? Dove sono i grandi convertiti?».
Infine, «il motu proprio sulla nullità matrimoniale non consiste solo nello snellimento della procedura di nullità. Per la prima volta, nero su bianco, con la firma di un pontefice, si cambia un sacramento quando si dice che il matrimonio non è valido se non c’è la fede in chi lo celebra (i coniugi). Un’affermazione quanto meno prossima all’eresia, visto che la validità di un sacramento non dipende dalla fede di chi lo celebra, quando questi voglia comunque fare ciò che fa la Chiesa».
Cultura
Stefano Benni rifiuta il premio De Sica in polemica con il governo e il ministro Franceschini: «si continua a tagliare la cultura. Non mi aspettavo da questo esecutivo l’accanimento contro musica, teatro, musei, biblioteche». Pezzo di Raffaella De Santis per Repubblica.