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Siria, tutte le mosse di Russia, Usa, Francia e Turchia

In Siria si decidono i nuovi equilibri mondiali. Perché gli USA, ritirandosi da Afghanistan ed Irak, e dopo aver sostenuto le primavere arabe e il collasso delle democrature di Tunisia, Egitto e Libia, si sono fermati di fronte al nodo di Damasco. La Russia invece, non ha mai lasciato sola la Siria, dove ha l’unica base navale del Mediterraneo: è una presenza strategica non discutibile, come quella in Crimea.

Le campagne mediatiche reggono fino a 20 giorni, è risaputo: quando un regime viene attaccato, l’opinione pubblica rimane imbambolata tra le immagini dei telegionali ed i social media che suonano all’unisono la carica emotiva. Quando serve, è arrivata una spintarella militare, anche solo dall’alto come in Libia, con una no-fly zone: meglio non sporcarsi gli stivali di sabbia.

COSA HA COMBINATO ASSAD

Ma in Siria la destabilizzazione del regime di Assad si è bloccata, nonostante fosse stato dichiarato da parte americana che il “red tape” era stato superato, con il massacro della popolazione civile in rivolta attraverso l’uso di gas venefici: le navi francesi si erano mosse alla volta delle sonde siriane, per poi volgere improvvisamente la prua all’indietro. Così, l’effetto di traino creato dai media contro il Presidente Assad si è dissolto definitivamente.

CHE FA LA CINA

Ormai sono oltre due anni di stallo, con una guerra di cui si sa solo che la Siria è attaccata dall’Isis, mentre è difesa dall’Iran e dalla Russia. Anche la flotta cinese si sta schierando, entrando per la prima volta nel Mediterraneo, insieme a quella russa: il suo passaggio per il Canale di Suez è avvenuto senza difficoltà alcuna, anzi. Il governo egiziano, che ha i suoi problemi per controllare l’estremismo islamico nel Sinai, non può che apprezzare l’iniziativa.

LA POSIZIONE ISRAELIANA

Israele, infine, ha trovato un accordo con la Russia per mantenere il controllo aereo sulle alture del Golan. Questa è “una” coalizione che oggi fronteggia l’Isis in Siria, il terribile e fantomatico Stato islamico che minaccia l’intero Occidente.

IL RUOLO DELLA TURCHIA

La Turchia ha un altro obiettivo: evitare che i Curdi, che hanno combattuto contro l’IS in Iraq con il sostegno dell’Occidente, si rafforzino fino a formare una propria entità politica autonoma, il Kurdistan, che minacci l’integrità territoriale della Turchia.

COALIZIONI CONVERGENTI?

Sembrano tornati i tempi della guerra senza quartiere ad Al Qaeda, l’ariete del terrorismo anti occidentale, con gli USA alla guida di una Coalizione di Volenterosi. Adesso ci sono la Russia, la Cina e l’Iran che combattono contro la minaccia dell’Isis. L'”altra” coalizione internazionale, quella occidentale, è guidata dalla Francia, che però agisce di rincalzo, solo per evitare di lasciare lo scacchiere siriano in mano alla Russia.

IL FILM AFGHANO

La Storia si ripete. Tanti anni fa, era il 1979, le truppe russe invasero l’Afghanistan: l’Occidente che osteggiava l’espansione sovietica, sostenne finanziariamente e con consistenti forniture di armi i mujaheddin, i guerriglieri afghani. Dopo dieci anni di combattimenti, i russi si dovettero ritirare, ma nel frattempo l’Afghanistan era diventato il rifugio incontrollato dell’estremismo islamico. Fu dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York nel 2001, attribuito ad Al Qaeda, che toccò agli Usa di invadere l’Afghanistan, per estirpare nei suoi covi quel terrorismo che era tornato tanto utile per combattere i Sovietici anni prima.

Ora tutto si ripete, con la Siria al posto dell’Afghanistan: la Russia ha un chiaro interesse strategico in quel Paese, e interviene militarmente per difenderlo dall’attacco dei terroristi dell’IS.

L’Occidente, stavolta, per chi tifa?

Qui l’articolo completo pubblicato da Teleborsa

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