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Vendola e l’operazione Mar Rosso in Puglia

Il lavoro, prima di tutto. Sì, ma quello dei propri uomini. Ecco la declinazione pugliese di uno dei mantra della narrazione vendoliana.

A giudicare infatti dall’analisi di Mariano Maugeri sul Sole 24 Ore, la Regione guidata da Nichi Vendola sembra essersi trasformata in una emanazione del suo partito, Sel.

Nel descrivere lo spoil system alla Vendola, il quotidiano economico sottolinea come dal 2005, quando Vendola è stato eletto per la prima volta alla Regione Puglia, si sia proceduto negli assessorati con nomine a cascata dal governatore in giù: “il governatore sceglie l’assessore, che a sua volta individua il direttore d’area; quest’ultimo seleziona il dirigente di servizio (che ha potere di firma sugli atti, quindi un ruolo strategico) sottoponendo il suo nome al vaglio della Giunta, che generalmente approva. Così di seguito: il numero due della struttura, il dirigente di servizio, coopta e sottopone al dirigente d’area il nome del grado immediatamente inferiore al suo, il dirigente d’ufficio”.

 

Anche la Corte dei Conti, fa notare Maugeri, si è pronunciata sulla frenesia del reclutamento vendoliano. Malgrado la Regione sia in rosso, sono state registrare 125 assunzioni tra dipendenti e dirigenti a tempo indeterminato e la stipula di contratti di collaborazione del valore di 2,5 milioni. Alla faccia della spending review.

Per non farsi mancare nulla poi, tra i dirigenti d’area, la nuova figura a metà tra politico e tecnico inaugurata dal leader di Sel nel 2008, ci sono stati ben nove avvicendamenti e una condanna a un anno di carcere. Quella per turbativa d’asta inflitta all’uomo immagine di Vendola ed ex direttore della comunicazione istituzionale, Eugenio Iorio, la mente organizzativa dell’ultima campagna elettorale del presidente di Sel.

Pura poesia, Nichi.

 

 

 



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