Ci alleiamo o corriamo da soli? E con chi possiamo allearci? Solo con Italia Futura? O anche con l’Udc?
Si parla, e a volta sia sparla, anche del partito guidato da Pier Ferdinando Casini tra i pour parler, più o meno privati, dei dirigenti nazionali di Fermare il Declino, il movimento promosso dall’intellettuale Oscar Giannino.
Dall’esterno, l’associazione che ogni giorno organizza eventi e manifestazioni con una crescente partecipazione di simpatizzanti e militanti appare granitica nelle idee liberali, liberiste e libertarie: un misto di mercato, concorrenza, meritocrazia e diritti civili. D’altronde oltre Giannino ad animare il movimento ci sono personalità del calibro di Luigi Zingales, Michele Boldrin, Alberto Bisin e Carlo Stagnaro.
Eppure tra i vertici si discute sottovoce di potenziali alleanze politiche ed elettorali.
Una domanda clou che arrovella le teste d’uovo di Fermare il Declino è: se prevediamo un’alleanza con Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo alla fine non ci ritroviamo, di riffa o di raffa, alleati anche con l’Udc di Casini?
Alla domanda, secondo la ricostruzione di Formiche.net, i gianniniani si dividono in due correnti di pensiero che potremmo così etichettare: gli integralisti e i pragmatici.
A leggere i commenti su Facebook nella prima corrente di pensiero rientra di sicuro l’economista Alberto Bisin, fondatore e animatore del sito di economisti liberisti Noisefromamerika, nella seconda Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni. Ma, ovviamente, attendiamo, precisazioni e chiarimenti dei diretti interessati in caso di intepretazioni imprecise.
Ecco quello che ha scritto stamattina Bisin:
“Ma di quali alleanze stiamo parlando. C’è una sola ragionevole possibilità: Italia Futura. Una alleanza era già stata prospettata e pianificata – si è rotta quando LCDM è rientrato a occuparsi di IF, si è posizionato in supporto a Monti, e per farlo ha portato IF a rifiutare (o a rifiutarsi di evidenziare nel proprio manifesto) alcuni degli aspetti più controversi dei 10 punti del programma di FiD. Per fare un accordo con IF è necessario un compromesso su questi punti. Queste sono questioni formali, un compromesso si trova sempre. IF ha certamente molto da guadagnare da una alleanza di questo tipo, soprattutto se l’alleanza garantisse che alcune variabili impazzite di FiD fossero marginalizzate. FiD finirebbe in sostanza nel rappresentare la corrente liberista/liberale dell’alleanza. Ma allora la questione diventa: dove può portare un’alleanza di questo tipo? Dove si posizionerà IF alle elezioni? Di chi diventerebbe corrente liberista/liberale FiD? Io credo che non vi siano dubbi: IF sara’ parte di un fronte centrista il cui obiettivo sarà di fermare il PD di Bersani e quindi riproporre un governo Monti. Mi pare che questo posizionamento di IF sia giàavvenuto, al fianco di Fini e Casini, con annessa galassia tipo Zero+. Finisco col notare che le alleanze sono relazioni binarie che soddisfano la proprietà transitiva: se IF si allea con Casini e FiD si allea con IF, allora FiD si allea con Casini”.
Ed ecco il commento di Stagnaro:
“Le alleanze, come richiede la legge elettorale, sono formalizzate. Il mio punto di vista (non necessariamente quello della “struttura” di Fermare il declino) è che sia per noi utile riprendere il discorso interrotto con IF. Riprendere tale discorso è condizionato al fatto che ci si parli tra simili; Udc e variazioni sul tema NON sono simili e, se ci sono loro, non vorrei che ci fossimo noi”.