Il presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato dopo un colloquio durato oltre due ore. Monti garantirà l’approvazione della legge di stabilità e la conversione in legge dei principali provvedimenti urgenti varati dal governo. Non galleggerà e non cercherà di conquistare tempo. Berlusconi ha voluto togliere la fiducia e non si può chiedere all’esecutio di fare finta niente. E se Bersani e Casini apprezzano, i senatori del Pdl accusano il premier di “scorrettezza”. La campagna elettorale è effettivamente iniziata. E l’ipotesi di votare già a febbraio (mai accaduto prima nella storia repubblicana) prende corpo. Le prossime ore saranno decisive per capire la road map emersa nei colloqui di Monti e Napolitano.