Da tempo alle attività di tutti i giorni, dal lavoro allo studio, si accompagna un impegno attivo in Politica. Molte amiche e molti amici mi hanno posto la terribile domanda: perché?
Oggi voglio provare a rispondere a questo interrogativo.
In molti accusano la Politica di essere sporca e di creare essa stessa i mali della società. In molti dimenticano, però, che la Politica non è una creatura vivente a sé, ma è un’arte esercitata non da marziani ma dagli esseri umani. Tutto ciò che di buono o cattivo esiste su questa terra non è dovuto né all’interferenza di un qualche essere maligno che guida le nostre azioni come fossimo marionette, né al caso, né ai giochi di potere di qualche invasore intergalattico.
No, ogni responsabilità ricade sugli esseri umani. Di ieri, di oggi e di domani. Abbiamo tutti studiato la storia e anche se si dice che questa venga scritta dai vincitori, ci ha comunque offerto qualche notizia che possiamo usare anche oggi. Sappiamo delle guerre, delle stragi, dei massacri, delle motivazioni addotte per giustificare azioni indicibili. Sappiamo dei complotti, degli attentati, della miseria e della deprivazione. Sappiano tante cose e continuiamo ad incolpare “altri” della nostra miseria.
Per me Politica è passione e voglia di impegnarsi. Con il mio impegno politico voglio portare avanti un’idea diversa di “agire”. Non mi rassegno all’idea che solo i disonesti e i corrotti facciano Politica. Questa retorica è pericolosa, dannosa, falsa. Quello che noi vediamo nei telegiornali o leggiamo sulla carta stampata è una drammatica parte della realtà, drammatica e vera, ma una parte. Molto minoritaria.
Mi sono avvicinato alla Politica che ero appena ventenne. Sono passati 8 anni e ogni giorno sento che l’impegno è giusto. Che lo sforzo è importante. Che c’è in gioco molto di più di me. Che sacrificare weekend, soldi ed energie non è tempo perso. Sono fermamente convinto che le cose si possano cambiare. Che le si possa cambiare in meglio. Ma allora perché sembra che tutto resti esattamente come è sempre stato? Cambiano i volti e i nomi, ma le logiche sembrano rimanere sempre le stesse.
Non ho la risposta. Ho solo qualche ipotesi.
1) il Potere ha una sua logica e tale logica tende a riprodursi a causa (o grazie a) sistemi/strutture consolidate.
2) l’idea che la Politica sia altro da noi e sia fatta da altri (non umani) ha prodotto due mondi paralleli: il Palazzo, che vive per se stesso e di se stesso, il Demos che ha abiurato ai suoi compiti. Colpevolmente.
3) Perché prevale un senso di ineluttabilità del reale: è sempre stato così e sempre così sarà. Una tendenza molto basilare del vivere in società. Era un concetto discusso già da Durkheim e ripreso nel tempo: la Società appare come una cosa esterna a tutti noi. Che è sempre esistita e sempre esisterà. Ma ciò che mi piace affermare, riprendendo il titolo di un importante saggio sociologico, è che la realtà è una costruzione sociale e la società stessa un prodotto della nostra creatività e del nostro ingegno.
4) Perché prevalgono le logiche dei gruppi contrapposti. In altri termini, sempre per usare un concetto nato nell’ambito della sociologia moderna, c’è un diffuso familismo amorale. Che non ha più a che vedere solo con la logica “di Paese”, ma che ha infettato anche le strutture più grandi e generali.
5) Che manca la volontà da parte delle persone di alzarsi dalla poltrona e di agire, anziché lasciare gli altri fare e accontentarsi di alzare il dito e dire: hai sbagliato!
6) Perché viviamo in una società che è sempre più sconnessa localmente e paradossalmente integrata globalmente per cui anche il senso del potere della Politica locale-regionale-nazionale è divenuto debole: non decidiamo più noi per noi, ma altrove qualcuno ha già deciso. Noi eseguiremo solamente.
Mi sono chiesto anche io perché di questa voglia di impegnarmi. E la risposta che mi do ora è che non voglio accettare quelle ipotesi e tante altre. Voglio essere parte della società in cui vivo e voglio contribuire al suo progresso positivo. Non voglio rassegnarmi all’idea che il sistema è questo e che debba rimanere così. Una cosa che non ci piace può essere cambiata, ma servono per questo: impegno, voglia di fare, costanza, energia, onestà e non ultime le competenze.
La Politica è un’arte, la più alta. Si tratta di puro servizio. Un servizio per la propria comunità e per le generazioni future. La Politica è il passaggio di testimone tra una generazione all’altra. E ci tengo che a chi verrà dopo di noi venga consegnato un mondo migliore di quello che abbiamo avuto, di quello che abbiamo oggi. Voglio che la Politica sia servizio e impegno.
In questa convinzione trovo l’energia per impegnarmi ogni giorno, malgrado le difficoltà che quotidianamente riscontro. E come me tanti altri. Ma nel percorso che ho intrapreso ho incrociato esperienze e aspettative molto simili. Tante donne e tanti uomini che credono davvero che la Politica possa cambiare in meglio il mondo e che come me, con me, si impegnano affinché prevalgano logiche diverse e stili diversi di fare Politica. Tante competenze e tanta onestà. Questa è la parte buona del mondo che ci dà la speranza per andare avanti.
Ciascuno di noi ha l’onere dell’impegno. Ciascuno di noi è parte di questa realtà, di questa collettività e in quanto parte di un tutto ha l’obbligo morale di contribuire per il suo miglioramento. Quindi la vera domanda è: perché no?
Non sono certo un utopista. So perfettamente che esistono persone che fanno Politica per interesse e per scopi non nobili. Le abbiamo incontrate sul nostro percorso più o meno tutti. Abbiamo imparato a riconoscerle e capire quando il loro parlare è pura mistificazione. Quando il loro fare è rivolto sempre e solo a se stessi. Niente di nuovo: sappiamo che ci sono. Ma queste sono le degenerazioni che dobbiamo contrastare. Per questo è importante l’impegno di chi crede che si possa cambiare e cambiare in meglio: per poter sostituire al familismo amorale un senso di comunità allargato, all’opportunismo il servizio per gli altri, alla disonestà l’onesta, al privilegio la competenza, ai giochi di potere la fiducia verso il cambiamento.
Nessuno ha detto che sia facile. Oh cielo, non lo è. Ma allora è il caso di smettere di essere arrabbiati o disillusi e di fare un passo avanti ed impegnarsi. Oggi il potenziale politico della nostra comunità è in stand-by. Se riusciamo a riattivarlo ci sarà davvero qualche possibilità di cambiare.
Ecco alcuni dei miei perché.