Leggo degli allarmi cancerogeni provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità mentre ho davanti le immagini de “La grande abbuffata”, film del 1973 diretto da Marco Ferreri. Già allora, all’indomani della crisi petrolifera, l’occhio di Ferreri intravide nell’edonismo diffuso il detonatore della civiltà di massa.
L’umanità, per fortuna, è ancora qui. Ha dimostrato di avere un’inerzia capace di resistere alle peggiori forze che essa produce attraverso le sue storture e sovrastrutture.
Gli allarmi dell’Oms sono, dunque, una variante, istituzionale e democratica, del suicidio dei protagonisti del film di Ferreri.
Visto che nessuno pensa di suicidarsi come i protagonisti del film, mangiando fino alla morte, la più importante istituzione mondiale in tema di salute prova a uccidere il cibo, o per lo meno buona parte di esso.
Come andrà a finire? Come nella scena del film in cui Marcello (Mastroianni) entra in bagno e il gabinetto esplode in un profluvio di feci.