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Lo stile di Monti (non solo sullo spread)

I meriti del governo ci sono tutti. A ribadirlo è il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervenuto a Uno Mattina su Rai 1, in risposta a quanti in queste ore stanno mettendo in ombra l’azione del suo esecutivo, sottolineandone le colpe del peggioramento della situazione economica. “Dobbiamo stare molto attenti a spazzare via alcuni miti. E cioè che quello che un Paese fa non avrebbe rilievo perché conta solo quello che fa la Banca centrale europea”. Non è così, spiega Monti perché “nell’estate 2011, nonostante una massiccia difesa dei titoli italiani da parte della Bce, lo spread aumentava. E 12 mesi fa lo spread italiano era molto più alto rispetto a quello spagnolo, oggi invece è 100 punti sotto. La banca centrale è una e i due spread sono andati in maniera diversa. Spero che anche in questo non si trattino i cittadini in modo più sprovveduto di quello che sono”.

Proprio su questo quindi trova una netta risposta l’accusa proveniente in particolare dal Pdl, dal leader Silvio Berlusconi e dall’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Il primo stamane ha definito il differenziale tra Btp e Bund tedeschi come un vero “imbroglio usato per cercare di abbattere un governo votato dagli italiani”, il secondo invece ogni giorno sottolinea i meriti di Mario Draghi, presidente della Bce, l’unico in grado di “evitare il disastro”, a differenza del governo dei professori che ha preso misure “che non hanno riformato un bel nulla e anzi hanno solo aumentato la pressione fiscale. E’ questa la verità”.

Il premier si dice chiaramente preoccupato per l’alto spread di ieri anche se questo “è un fenomeno che va preso con calma e freddezza. Adesso spero che i mercati constateranno che l’Italia non è priva di Governo e che ne esiste uno che resterà fino al prossimo”.

Monti ricorda le difficoltà di un anno fa, quando l’Italia “era in condizioni finanziarie molto difficili e oggi invece se guardiamo i rapporti Ue o quello che dicono gli altri capi di Stato e di governo, vediamo che abbiamo fatto grossi progressi. Il costo però è che almeno nel breve periodo non c’è stata crescita”. Il premier poi, forse anche in questo caso togliendosi qualche sassolino dalle scarpe, è chiaro: “Sarei felice di apprendere se c’è qualcuno che mi dice come sarebbe stato possibile salvare l’Italia da un destino greco e al tempo stesso farla crescere a ritmo veloce”.

Infine il presidente del Consiglio è poi tornato a parlare del pericolo populismo, “presente in tutti i Paesi, non solo in Italia e che in ogni periodo elettorale si manifesta nella tendenza di chiedere il voto ai cittadini in cambio di soluzioni un po’ magiche, promettendo ciò che non può essere mantenuto”. Occorre, precisa il premier, “trattare i cittadini non come sciocchi ma come maturi”.

Nessuna parola invece sul suo futuro, anzi il professore dice con ironia di non capire “questo interesse per il futuro di una persona ormai anziana. La politica credo sia prima di tutto cultura, cercare di orientare la testa delle persone. Credo di averlo fatto da professore e sto cercando di farlo da presidente del Consiglio. Qualunque veste mi tocchi continuerò a farlo, poi tutto il resto si vedrà”.

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