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In Inghilterra le famiglie tornano al passato?

Nel primo semestre di quest’anno la crescita del Pil del Regno Unito si è attestata al 2,5% a/a grazie a un aumento dei consumi delle famiglie del 2,8%, previsto in ulteriore crescita (+3%) per fine anno. Molti indicatori denotano un miglioramento della situazione economica dei nuclei familiari, da quelli del mercato del lavoro (tasso di disoccupazione in discesa al 5,4%), ai redditi in ripresa (+3,5% nei primi due trimestri), alle aspettative favorevoli espresse nelle indagini sul clima di fiducia.

IL RALLENTAMENTO RALLENTA

Dal 2014 il tasso di risparmio è tornato al di sotto del 5%, meno della metà del picco massimo dell’ultimo decennio, raggiunto nel 2010. L’evoluzione positiva dei diversi aggregati si è accompagnata all’irrobustirsi dell’andamento del credito alle famiglie che rimane comunque ancora inferiore ai livelli precedenti il 2007. In particolare, risultano in aumento la domanda di prestiti ipotecari e di rifinanziamenti e sono in rafforzamento le erogazioni per mutui e per credito al consumo. Dopo sei anni consecutivi di rallentamento, nel 2014 è tornato a crescere il livello di indebitamento delle famiglie, arrivato al 156% del reddito disponibile, 4 punti percentuali in più dell’anno precedente. Nonostante il livello massimo registrato nel 2007 (183%) sia lontano, l’inversione del trend allarma le autorità britanniche. Agli istituti di credito è stato raccomandato di effettuare degli “stress-test” in fase di concessione di nuovi mutui per monitorare la sostenibilità del debito in condizioni avverse e di limitare a un massimo del 15% la quota dei nuovi prestiti ipotecari di ammontare pari o superiore a 4,5 volte il reddito disponibile. Il favorevole andamento della ricchezza finanziaria netta e di quella immobiliare fornisce ulteriore supporto alla percezione di benessere delle famiglie: nel I trimestre del 2015 l’ammontare delle attività finanziarie al netto delle passività ha superato i £4.400 mld, un valore record. Il valore delle abitazioni, pure di £4.400 mld nel 2013 (ultimo anno disponibile), si ipotizza sia ulteriormente aumentato in considerazione del vivace andamento del mercato immobiliare.

IL NUOVO BENESSERE

La rinnovata percezione di benessere delle famiglie, che potrebbe innescare un rapido aumento del livello di indebitamento, trova supporto anche dalla crescita della ricchezza sia finanziaria sia reale. Nel I trimestre del 2015, grazie all’aumento di tutte le poste, le attività finanziarie hanno superato i 6.100 miliardi di sterline (+14% a/a) mentre le passività hanno raggiunto i £1.700 miliardi (+3,4% a/a), livelli massimi per entrambi gli aggregati. Tra le voci dell’attivo gli incrementi più importanti hanno riguardato i titoli azionari (+21% a/a) e i piani previdenziali (+17% a/a) che costituiscono rispettivamente il 13% e il 59% del portafoglio delle famiglie britanniche. La flessione delle attività finanziarie registrata nel 2008 (-5% a/a) risulta quindi ampiamente superata. Nel complesso la ricchezza finanziaria netta supera i £4.400 miliardi (+18% a/a). Anche la perdita di valore della ricchezza immobiliare registrata tra il 2007-08 si è rivelata solo temporanea. Da allora e fino al 2013 (ultimo dato disponibile) l’ammontare dell’aggregato ha seguito un trend crescente arrivando a oltre £4.400 miliardi.

I PREZZI SALGONO

Il sostenuto incremento dei prezzi delle abitazioni lascia ipotizzare che l’ascesa non sia finita grazie alla forte domanda di alloggi e al ritorno del fenomeno del “buy-to-let”. L’investimento in abitazioni da locare risulta infatti favorito, oltre che dal perdurare dei tassi di interesse su livelli storicamente contenuti, anche da un mercato degli affitti in espansione sia per fattori demografici sia per l’elevato rapporto tra prezzo delle abitazioni e reddito. Nel 2014 infatti la quota di famiglie che vivevano in abitazioni prese in affitto ha raggiunto il 20%, contro il 12% di dieci anni prima. Il fenomeno ha quindi dato impulso ai prestiti destinati a questa tipologia di investimento: nel I trimestre di quest’anno la quota di quelli “buy-to-let” ha raggiunto il 15% dello stock complessivo dei finanziamenti ipotecari e il 18% delle nuove erogazioni

Qui l’analisi integrale dell’ufficio studi di Bnl-Bnp Paribas.

 


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