Sentendosi tirare in ballo da Berlusconi, che ha detto che molti dei guai italiani sono dovuti alla discutibile posizione tedesca, Angela Merkel ha replicato dicendo che è sicura che «gli italiani sceglieranno la via giusta» in occasione delle prossime elezioni.
Si tratta di un’invasione di campo inaudita di un premier di uno Stato in una competizione elettorale straniera. Le ha fatto eco il ministro degli esteri tedesco che ha detto: «Non accetteremo che la Germania sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista».
Che cosa significa «campagna elettorale populista»? Significa, per esempio, che il governo tedesco prenderà cappello se gli italiani si permetteranno di rilevare che, a seguito della politica economica adottata dal governo Monti subendo le imposizioni di Berlino, in soli 12 mesi di attività, il debito pubblico italiano è aumentato di 80 miliardi di euro mentre il pil è diminuito di 50 miliardi per cui, nel complesso, l’Italia si è indebolita di 130 miliardi?
È un attacco alla Germania rilevare che, grazie alla pregiudiziale opposizione tedesca, non si è riusciti ad assicurare una copertura comunitaria nemmeno alla quota virtuosa di debito pubblico, quella cioè che è pari al 60% del pil?
È una prevenzione contro i tedeschi mettere in luce che, mentre Berlino chiede un unico controllo su tutti gli istituti di credito, non lo consente a carico delle sue claudicanti banche locali che sono rigurgitanti di titoli tossici?
Non si può dire che la Germania trae dall’euro tutto il miele possibile (tassi di interesse più bassi degli altri paesi europei e la garanzia di non veder erodere il suo export con le svalutazioni di paesi più deboli) e, così facendo, indebolisce l’euro stesso, rendendolo socialmente impresentabile?
(sintesi di un commento più ampio che si può leggere qui)