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Perché Clinton e Trump bacchettano la fusione tra Pfizer e Allergan

Le reazioni del mondo politico americano alla fusione tra Pfizer e Allergan non si sono fatte attendere. Il nuovo gruppo farmaceutico si chiamerà Pfizer plc e sarà il più grande del mondo. Per comprare Allergan, Pfizer ha sborsato 160 miliardi di dollari. Non con l’intenzione di monopolizzare il settore, sostengono alcuni analisti, ma per “sistemare” il proprio bilancio.

LA STRATEGIA

Secondo il sito finanziario Bloomberg, la sede della nuova azienda sarà in Irlanda, un Paese che ha un Pil poco più grande del valore dell’operazione. Dal momento che la normativa fiscale statunitense impone alle imprese il pagamento del 35% di tutto il fatturato, sia quello derivante da attività in territorio americano, sia all’estero – una della tasse più alte dei Paesi sviluppati – i vertici di Pfizer e Allergan hanno deciso di cambiare “casa”. La sede amministrativa resterà a New York, ma quella fiscale sarà a Dublino. A causa della pressione tributaria, molte imprese del settore farmaceutico e tecnologico provano ad eludere le tasse del proprio Paese con scappatoie internazionali. Circa 74 miliardi di dollari del fatturato di Pfizer provengono dall’estero. Dal 2007 la multinazionale ha cominciato a pensare a una nuova residenza fiscale.

LE REAZIONI POLITICHE

Sia democratici sia repubblicani sono d’accordo nel criticare la fusione tra il colosso farmaceutico e il piccolo concorrente con sede a Dublino. Dopo la notizia di ieri, è partito nuovamente un dibattito sulla necessità di riforme che impediscano alle compagnie americane di eludere il fisco spostando le proprie attività altrove. La discussione, tuttavia, è ferma da due anni ed è poco probabile che, con un Congresso polarizzato come quello di oggi e nel pieno della campagna elettorale, si riesca a trovare un accordo.

LA POSIZIONE DEMOCRATICA

Hillary Clinton, candidata forte alla nomination democratica, ha accusato a Pfizer di utilizzare “vuoti legali” per evitare di pagare la sua “giusta parte” di tasse. Con un comunicato, l’ex segretario di Stato ha anticipato che proporrà nuove leggi per bloccare altri casi simili, ma non ha dato ulteriori dettagli. “Non possiamo posticipare – ha aggiunto – decisioni su misure severe contro gli investimenti esteri che minacciano le nostre entrate tributarie”.

IL PRECEDENTE

Nel 2012, l’amministrazione democratica di Barack Obama presentò una proposta che prevedeva l’aumento della base imponibile e la riduzione della tassazione. Un piano simile a quello pensato dal repubblicano Ronald Reagan nel 1986, ma mai realizzato.

LA POSIZIONE REPUBBLICANA

Per un altro dei candidati alle primarie del Partito democratico, Bernie Sanders, si tratta di un “disastro”, mentre per il repubblicano Donald Trump, anch’egli in corsa per la Casa Bianca, è un’azione “schifosa”. In un’intervista a Business Insider, il magnate ha detto che l’accordo tra Pfizer e Allergan è “ripugnante”. Imprenditore di lungo corso nel settore immobiliare, Trump ha chiesto più volte nel corso degli anni una riforma del fisco per le aziende.

Secondo Peter Henning, docente di Diritto della Wayne State University, una riforma tributaria negli Stati Uniti non potrà vedere la luce prima del 2017. Parlarne ora è solo una reazione, scontata, dopo l’annuncio di Pfizer e Allergan . Al Guardian Henning ha detto che “offrire semplici riduzioni fiscali alle aziende non è conveniente”. Bisognerà trovare un’altra soluzione di lungo periodo.



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