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Passera sì, ma con juicio

Ho seguito in diretta streaming la presentazione di Corrado Passera della sua candidatura a Sindaco di Milano, con l’idea di rappresentare “ la lista civica di Milano” al di fuori degli schieramenti politici tradizionali. Ambizione comprensibile, vista l’impresentabilità delle forze politiche che hanno sin qui retto il governo della città meneghina, che, tuttavia, richiede alcuni chiarimenti. Guai, infatti,  se alla crisi delle culture politiche si ipotizzasse di ridurre il governo della città-Stato, come vorrebbe Passera connotare Milano sulla base dell’art 132 della Costituzione, a una semplice questione di natura amministrativa e di efficienza contabile.

Nella città più importante e simbolica del cambiamento è essenziale concorrere alla ricomposizione delle grandi culture che hanno fatto grande con Milano l’Italia. E sono ancora una volta le culture di ispirazione popolare e del riformismo liberale e socialista, quelle che in questa città hanno avuto alcune delle espressioni politiche più rilevanti della nostra storia. Apprezziamo la scelta di un programma concreto con cui Passera ha presentato la sua candidatura, nel momento in cui le principali forze di destra e di sinistra sono ferme nel surplace delle candidature ancora irrisolte. Efficace anche la volontà di una campagna elettorale quartiere per quartiere e “porta a porta” tentando di coinvolgere le espressioni più significative delle realtà di base.

Passera comprenderà, tuttavia, che non è sufficiente il pur straordinario sforzo organizzativo e la concretezza delle proposte in materia di sicurezza e posti di lavoro (le “sicurezze ai milanesi”, slogan della sua campagna elettorale) senza offrire chiarezza sulla collocazione politica della rete civica che si intende attivare.Diamo atto, peraltro, che l’avvio della campagna elettorale di Passera basata su un’attenta riflessione sui bisogni concreti dei cittadini milanesi, impone a tutte le altre espressioni politiche e culturali della città di prendere posizione.

Riferendoci a quanto ci ha dichiarato a Orvieto, Pino Bicchielli portando il saluto di Italia Unica, e alla successiva notizia dell’avvenuta collaborazione tra il movimento di Passera e IDEA, il gruppo costituitosi nei giorni scorsi a Roma con Gaetano Quagliariello, riteniamo che proprio a Milano, come nelle altre grandi e piccole città impegnate nella prossima campagna elettorale di primavera, si dovrà concorrere tutti insieme a dare concretezza al progetto di ricomposizione dell’area popolare, liberale, conservatrice e riformista, indicato dal “ Patto di Orvieto”.

Se questo, come ci auguriamo, avverrà, sarà un ulteriore fattore di aggregazione con altri movimenti e gruppi che sono sorti e si stanno consolidando, come quello di Noi x Milano del giovane Nicolò Mardegan, e una spinta anche per le altre componenti che fanno riferimento all’area alternativa al socialismo trasformista renziano a superare lo stallo incomprensibile in cui sono paralizzate e a convergere verso una candidatura che potrà rappresentare una  risorsa di estremo valore per Milano e per tutta l’Italia.


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