Dopo anni di polemiche tra i gruppi politici e di voti contrari in seno all’Europarlamento, i socialisti europei, i liberali e le altre “formazioni” di centrosinistra sembrano voler essere favorevoli all’adozione di un Pnr europeo (Passenger name record). Nel Pnr verrebbero raccolti tutti i dati dei passeggeri: nome, indirizzo, dati della carta di credito, itinerario di viaggio, bagagli e numeri di telefono. Si creerebbe pertanto un registro dei passeggeri che richiederebbe la raccolta sistematica, l’uso e la conservazione dei dati dei viaggiatori dei voli internazionali e lo scambio di informazioni tra i vari Paesi, allo scopo di rendere l’identificazione di potenziali sospetti più facile. L’utilizzo del Pnr non è ancora regolamentato a livello Ue.
COSA SUCCEDE IN EUROPA
Attualmente la maggioranza dei Paesi non utilizza il Pnr come mezzo per prevenire, detenere, investigare e perseguire eventuali offensive criminali e terroristiche. All’interno dell’Ue, in base a una tabella pubblicata dalla Commissione europea il 4 maggio del 2015, si vede come solo il Regno Unito e la Danimarca possiedono un sistema di Pnr o una legislazione in materia. Altri Paesi invece, quali Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Repubbliche Baltiche, Svezia, Finlandia, Bulgaria, Romania, Austria, Ungheria e Slovenia hanno ricevuto un finanziamento dalla Ue e stanno implementando il sistema. I restanti Paesi, tra i quali l’Italia, non hanno ricevuto fondi dell’Unione e non hanno predisposto la messa in atto del Pnr.
L’OFFENSIVA DEI POPOLARI
Il capogruppo dei Popolari all’Europarlamento, Manfred Weber, la settimana scorsa ha attaccato le altre famiglie politiche dichiarando che “gli eurodeputati socialisti e liberali hanno bloccato per anni l’adozione di un registro dei passeggeri, anche contro la volontà dei loro governi”, e ha ribadito che “è necessario che l’Europa si doti di strumenti efficaci contro il terrorismo”.
Nel 2011, la Commissione europea propone una direttiva sull’istituzione di un Pnr europeo, la procedura richiesta per l’approvazione era la codecisione, e quindi il necessario accordo tra Parlamento e Consiglio dei ministri della Ue. La proposta di direttiva doveva consentire la raccolta dei dati Pnr da parte dello Stato membro dell’Ue verso il quale fosse diretto un volo proveniente da un Paese terzo o viceversa.
Dopo svariati mesi di dibattito tra le due istituzioni, nell’aprile 2013 la Commissione libertà civili (Libe) del Parlamento europeo ha respinto la proposta con voto contrario dei socialisti e dei liberali e successivamente, nel giugno 2013, l’europarlamento riunito in sessione plenaria, sulla scia di quanto votato in Libe, boccia la proposta perché ritenuta incompatibile con il rispetto dei diritti fondamentali, specialmente la tutela della privacy.
SICUREZZA O PRIVACY?
Quindi il Parlamento appare diviso da una parte i popolari e le destre europee favorevoli a “sacrificare la privacy” per una maggiore sicurezza e dall’altra socialisti, i liberali e le sinistre europee, pronte a sacrificare la sicurezza in virtù di una “ideologica“ tutela della privacy. Il 30 agosto 2014, a più di un anno di distanza dalla bocciatura della direttiva, il Consiglio europeo chiede nuovamente al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri dell’Ue, di finalizzare una nuova proposta per un Pnr europeo. Le spaccature restano le stesse, ma nel frattempo cambia l’aria in Europa, perchè gli attacchi terroristici di Parigi nel gennaio 2015 riaccendono le luci sulla necessità di una maggiore sicurezza. Finalmente il 15 Luglio 2015 la Commissione Libe del Parlamento europeo approva il mandato per iniziare il negoziato tra Parlamento, Commissione europea e Consiglio (in gergo il negoziato prende il nome di trilogo) per finalizzare una riforma del pacchetto “data protection“, che all’interno contiene anche la proposta relativa al Pnr europeo. Il primo dei 6 triloghi previsti per il momento, si è tenuto il 24 settembre; l’ultimo è previsto per il 15 dicembre.
I NODI DA SCIOGLIERE
Attualmente i nodi da sciogliere per arrivare a un accordo sul Pnr europeo sono due: da una parte quanta protezione della privacy siamo disposti a sacrificare per salvaguardare la nostra sicurezza; dall’altro trovare un accordo circa la sicurezza del trattamento, della conservazione e della distruzione dei dati Pnr. Per molti osservatori, gli europarlamentari socialisti e liberali, anche alla luce degli ultimi attacchi terroristici, metteranno da parte le loro riserve e voteranno in favore del Pnr europeo. Soprattutto in considerazione del fatto che anche il presidente francese François Hollande (socialista) ha detto che è necessario procedere in questa direzione.