COP21. Solo una sigla per molti, senza alcun significato per i più. Eppure il nostro futuro risiede in parte in quella sigla. E’ un appuntamento fondamentale perché la politica internazionale e i governi di tutto il mondo dovranno trovare un accordo vincolante in grado di bloccare l’aumento dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatici in atto e la cui responsabilità principale è l’attuale moderno di sviluppo, consumista, egoista ed energivoro.
Il 29 Novembre i cittadini di tutto il mondo si sono uniti per far sentire la propria voce il giorno di apertura della COP21. Anche se non è stato possibile marciare a Parigi, la Marcia Globale per il Clima ha battuto ogni record diventando la più grande mobilitazione per il clima della storia: da Sydney a San Paolo passando per tutto il mondo, sono stati 785mila, con oltre 2300 eventi in 175 Paesi. Tutti uniti in un’unica voce per un futuro pulito al 100%, per salvare tutto ciò che amiamo. La mobilitazione ha occupato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo e a Parigi si sente già, fortissimo, l’impatto della marcia.
In Italia, Earth Day Italia ha aderito alla Coalizione Clima, un raggruppamento di oltre 150 organizzazioni che ha gestito la mobilitazione di Roma, tante anime diverse che hanno portato 20.000 persone in piazza in giorni in cui la gente fa fatica a prendere la metro, dopo gli attacchi parigini del 13 Novembre. Un grande successo reso possibile proprio dall’unità, dalla condivisione, con il cuore lanciato al di là degli steccati.
In tanti Paesi, dal Bangladesh all’Irlanda, ci sono state le più grandi manifestazioni di sempre per il clima. 120mila persone in Australia, 100mila in India. A Sana’a nel martoriato Yemen, la marcia è andata avanti nonostante le bombe. In ogni Paese, i più importanti giornali, televisioni e siti web di informazione hanno le nostre marce in prima pagina, dal New York Times ad Al Jazeera. Fanno eccezione quelli italiani ma il tema meriterebbe un approfondimento a parte.
Nell’aprire i lavori della conferenza, di fronte a tutti i capi di Stato del mondo, il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha sottolineato: “I popoli del mondo sono in marcia. Sono scesi per le strade, nelle città e nei villaggi in tutto il mondo, in una mobilitazione di massa per il cambiamento… Si aspettano che ognuno di voi sia all’altezza della sfida. Ce lo chiede la Storia.”
Anche il nostro amato Pontefice non si è risparmiato avendo dimostrato più e più volte una grande attenzione al tema dei cambiamenti climatici. Di ritorno dal viaggio apostolico in Africa ha voluto rispondere così alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se si può essere sicuri che la COP21 sarà l’inizio della soluzione: “Io non ne sono sicuro, ma o adesso o mai più! Siamo al limite di un suicidio per dire una parola forte e io sono sicuro che quelli che sono a Parigi hanno questa coscienza e vogliono fare qualcosa. Mi auguro che sia così e prego per questo».
Che il Natale ci faccia questo regalo meraviglioso, un futuro per i nostri figli!