L’Italia è una pedina troppo importante nello scacchiere europeo. E se la situazione nazionale oggi è gestibile, lo si deve essenzialmente al premier Mario Monti, che avrebbe lasciato il suo incarico solo quando l’Europa, grazie al suo intervento, ha imparato di nuovo a camminare da sola.
E’ l’analisi della società di consulenza Oxford Analitica, che premia gli sforzi del Professore nell’ultimo anno per aver evitato il peggio: “Se l’economia italiana sprofonda nella crisi, la forza di quella tedesca non sarà sufficiente per tenere in piedi il resto del Continente”, si legge nel report.
Un debito più gestibile
Secondo la società di consulenza il merito del premier Monti è essenzialmente quello di aver ripristinato la credibilità dell’Italia, contribuendo all’abbassamento dello spread. “Confrontata con lo stesso periodo dello scorso anno, la situazione italiana è molto migliorata. Il governo ha beneficiato dai costi di rifinanziamento più bassi anche di 200 punti base sui titoli a 10 anni e dalla minore volatilità dei titoli dei debiti sovrani”.
“Perciò – si legge – mentre i trader hanno avuto paura all’apertura dei mercati lunedì, hanno ancora molta strada da fare prima di toccare i picchi del dicembre 2011”.
I mercati possono dunque stare più tranquilli. “Il calendario per i rimborsi del debito nei primi quattro mesi del 2013 sono meno affollati. Tra gennaio e febbraio 2012, il governo ha dovuto risarcire oltre 150 miliardi di euro, mentre nei primi quattro mesi del 2013, la cifra sarà solo di 116 miliardi di euro, che, sebbene sia ancora una significativa, risulta essere più gestibile”.
La pressione su Monti in Europa è quindi minore rispetto a quella dello scorso anno. “La presenza di Monti – si legge nel report di Oxford Analitica – è meno importante al vertice del consiglio europeo del 13 e 14 di quanto avrebbe potuto essere se il suo governo non fosse stato a rischio. Le sue dimissioni non sconvolgono l’agenda del summit, specialmente perché il bisogno del suo input è minore di quello necessario lo scorso anno quando ha assunto l’incarico di presidente del Consiglio in Italia”.
L’unione bancaria
Dopo l’approvazione della supervisione bancaria europea, il compromesso raggiunto stanotte e che sarà operativo dal 1 marzo 2014, la Bce potrà monitorare tutti gli istituti con asset superiori a trenta miliardi di euro. La società di consulenza si chiede però se la Bce riuscirà a coprire tutte le 6000 istituzioni finanziarie nell’eurozona, considerando che la scorsa settimana, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha ribadito che la responsabilità di vigilare sulle banche europee potrebbe compromettere l’indipendenza della Bce, e ha chiesto che ci sia un programma di protezione tra la supervisione bancaria e la politica monetaria.
La legacy di Monti
“Se l’Europa è meno soggetta alla crisi e più in grado di aiutare l’Italia a non cadere nell’abisso, l’incarico di Monti dovrebbe essere considerato un successo”. Per Oxford Analitica, il premier “potrà non aver portato a termine tutte le riforme che i suoi partner europei volevano o si aspettavano, ma è riuscito a fare progressi nella sua agenda interna ed è stato in grado di guadagnare tempo perché l’Europa si preparasse per la sua partenza”.