Le aziende di tutto il mondo hanno progressivamente incrementato l’accesso ai mercati obbligazionari come fonte di finanziamento, in particolare le organizzazioni non finanziarie. Come recentemente pubblicato dall’OCSE, da una media annua di 730 miliardi di dollari prima della crisi finanziaria del 2008, le società non finanziarie hanno incassato 1.600 miliardi di dollari nel 2013. Tale aumento si traduce anche nel numero di società che utilizzano questo tipo di finanziamenti: da circa 1.250 prima della crisi a oltre 2.500 ad oggi. I fattori che influenzano questa crescita includono la diminuzione dei prestiti bancari e il basso livello dei tassi di interesse dei bond, praticamente ai minimi storici. La necessità di comunicare la propria storia e la propria governance da parte di molte società quotate, non solo ai propri azionisti, ma anche ai bondholder è quindi un trend in forte aumento.
Il ruolo dei bondholder per quanto riguarda tematiche di corporate governance è sempre più attivo. Assistiamo a una tendenza di crescente attenzione da parte dei bondholder nei confronti delle clausole dei covenant (accordi che intercorrono tra un’impresa e i suoi finanziatori). Questo tipo di attivismo da parte dei bondholder è tipicamente intrapreso da hedge fund i quali assumono specialisti per identificare delle criticità nei covenant al fine di rinegoziare condizioni più favorevoli per gli investitori. Tale impegno dimostra che alcuni bondholder non limitano la loro interazione con le aziende solo in tempi di crisi o durante la ristrutturazione del debito, ma sono attivamente impegnati nella corporate governance. La necessità delle aziende di far rispettare efficacemente i diritti dei bondholder deve quindi essere una priorità. L’evidenza empirica ha dimostrato che le imprese con una forte e consolidata corporate governance traggono beneficio rispetto alle società con una governance più debole, e questo si traduce anche in una riduzione dei costi di finanziamento del debito.
Anche l’iniziativa di dialogo proveniente dai team di ESG dei bondholder è in aumento. Dai recenti incontri fatti da Sodali con gli investitori internazionali di lungo termine che hanno la gestione di circa 2 miliardi di dollari, risulta un forte aumento del numero dei team focalizzati su tematiche di ESG all’interno dei dipartimenti di fixed income. I gestori dei fondi sempre più spesso coinvolgono i teams ESG nel processo d’investimento per questa categoria di strumenti finanziari. Questo cambiamento di strategia aumenta la pressione sulle società rispetto ad una effettiva creazione di valore nel lungo periodo.
È nell’interesse della società impegnarsi a fare engagement con i bondholder esistenti e ancor di più con investitori interessati a potenziali emissioni future. Se gli investitori sono soddisfatti della stabilità finanziaria della società e vi è un dialogo continuo con i bondholder, la necessità della società di dover “sponsorizzare” ogni emissione obbligazionaria diminuisce con rilevanti benefici anche sul costo del debito. Questo è particolarmente importante per le società che emettono nuovo debito su base regolare.
In alcuni casi, le società possono decidere di avere un rapporto indiretto con i propri obbligazionisti, tuttavia, una volta che una società inizia ad affrontare difficoltà finanziarie e ha bisogno della partecipazione attiva dei suoi bondholder, l’interazione deve mutare rapidamente. Probabilmente, una delle sfide più difficili per la società ed i loro consulenti legali e finanziari è quello di negoziare con i diversi tipi di creditori, in particolare con i bondholder che hanno bisogno di essere gestiti con particolare cura durante la ristrutturazione del debito in modo tale che possano agire positivamente nei confronti della società e garantire la sostenibilità finanziaria dell’organizzazione in situazione di crisi.
Una chiara mappatura dei bondholder è fondamentale sia ai fini strategici che operativi non soltanto in situazioni di crisi. Capire chi sono e dove sono i bondholder è cruciale per lo sviluppo di una strategia di base per la gestione delle operazioni ordinarie e straordinarie, aiutando a comprendere al meglio le esigenze degli investitori mitigando al contempo i rischi di dissenso..
Le tendenze del mercato e il sentiment degli investitori danno segnali forti alle Società indirizzati a un maggiore impegno proattivo nell’engagement con i bonholder con una “filosofia” d’impegno basato sul lungo termine. Un consulente specializzato nell’identificare e comunicare con i bondholder può essere fondamentale poiché un dialogo continuo e un forte rapporto tra società e bondholder possono aiutare le aziende a gestire meglio i loro rischi e le loro opportunità, comprendere meglio gli indicatori di performance utilizzati dagli investitori e gestire possibili criticità in eventuali situazioni future inaspettate.
Giacomo Fiorenzi, Business Development di Sodali, società internazionale leader in attività di corporate advisory, attività assembleare e prox