Nobildonna molto potente. Editrice, benefattrice, ambasciatrice. Pure un po’ conservatrice. Cattolica romana, con relazioni e referenze di altissimo livello. E un nome che basta già di per sé a descriverne la personalità aristocratica: Marisa Pinto Olori del Poggio. Settantasei anni, originaria di Lecce, vedova dello storico stampatore ed editore romano Luigi Pinto nella cui azienda si sfornavano le copie del Sole24Ore destinate alla capitale e dintorni, la contessa maestra nel tessere relazioni di alto livello, amica degli Agnelli e con ottimi rapporti sia in Vaticano che al Quirinale, è finita suo malgrado nel tritacarne mediatico del Vatileaks 2. Il motivo? Sarebbe stata lei a introdurre Francesca Immacolata Chaouqui – che su Facebook ha raccontato a fine anno cosa farà quando dopo Pasqua andrà in carcere – nei salotti della Roma che conta.
IL CONTATTO SVELATO DALLA PIERRE
Per capire come la giovane pierre calabrese sia finita al cospetto della nobildonna con sfarzosa villa sulla Cassia, bisogna tornare indietro di almeno due anni. Già, perché è la stessa Chaouqui nel settembre 2013 a rivelare su l’Espresso in un dialogo con Denise Pardo di aver conosciuto la contessa nel 2008. Come? Prima la collaborazione con Roma In di Sabino Ricci, quindi l’incontro in Senato con Giulio Andreotti che le suggerisce di bussare alla porta del blasonato studio legale Pavia e Ansaldo, e lì la conoscenza con l’avvocato Ernesto Irace. “Un giorno per caso – racconta Chaouqui -, il marchese Guerrieri Gonzaga, amico di Irace, mi presenta Marisa Pinto Olori del Poggio”, descritta come “una donna di grande intelligenza, sapienza e anche grande potere. E’ moglie di un importante stampatore, unica italiana ad aver ricevuto l’onorificenza russa di Caterina la Grande, è una delle prime a mettere piede in Corea e il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon è suo buon amico. E’ anche ambasciatrice a disposizione di San Marino. La contessa che ha immense capacità di relazioni, mi indica, in un certo senso, un metodo: se vuoi mettere in contatto la persona A e con la persona B devi trovare un interesse comune e su questo lavorare. Lei mi insegna tutto: come si apparecchia la tavola, come si riceve, come riuscire a tenersi un marito”.
SPUNTA BISIGNANI
Luigi Bisignani è sempre stato in buoni rapporti con Pinto, marito della contessa Olori del Poggio, e proprietario del giornale Il Mezzogiorno d’Abruzzo dove il giornalista-faccendiere ha mosso i primi passi. Interpellato di recente da Carmelo Lopapa di Repubblica, Bisignani ha spiegato che Chaouqui “me la presentò la mia amica Marisa Pinto Olori del Poggio”. In un’intervista concessa a Franco Bechis di Libero, Bisognani conferma: “Pensi che lei (Chaouqui, ndr) nel 2013 aveva fatto un’intervista a Panorama dicendosi onorata di non avermi mai conosciuto. E invece poi – in tempi più recenti – me l’ha presentata la contessa Olori del Poggio, che è stata la mia prima editrice: mi diede il primo lavoro da giornalista quando avevo 18 anni”. L’intervista citata in realtà era quella de l’Espresso, ma la sostanza non cambia.
LA SFILZA DI CARICHE DELLA CONTESSA
A metterle in fila tutte servirebbe un libro. Grande Ufficiale per l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento conferitole nel 2003 su iniziativa della presidenza della Repubblica quando l’inquilino del Quirinale era Carlo Azeglio Ciampi, con il quale la contessa manteneva stretti rapporti, in particolare con la moglie Franca Pilla, sua grande amica come scritto da Lettera43. Dal 2012 la contessa è ambasciatore a disposizione della Repubblica di San Marino; come scrisse nel 2012 il quotidiano locale La Voce di Romagna, tale carica le sarebbe stata attribuita per avere avuto “il merito di introdurre nei salotti della Roma bene” il segretario di Stato sammarinese Antonella Mularoni. Dal 2006 Olori del Poggio è anche una Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. In quanto a beneficenza, il suo nome spunta tra i soci onorari della Fondazione Samuel & Barbara Stenberg Onlus, così come tra i consiglieri di Arpai (Associazione per il restauro del patrimonio artistico italiano) guidata dai Marzotto. E’ stata vicepresidente della St. John’s University di Roma, il prestigioso Ateneo presente da vent’anni nella capitale e fondato nel 1870 dalla comunità Vincenzana d’America e legato al carisma di San Vincenzo de’ Paoli.
Insomma, la nobildonna “occupa un’infinita serie di poltrone” come ha scritto Marco Damilano su l’Espresso. “Nel board della St. John University, vice-presidente della Fondazione Gerusalemme (guidata da Giancarlo Elia Valori), il suo regno è il club Diplomatia, in cui si radunano imprenditori, ambasciatori, docenti. La signora riceve nell’ufficio di via Sallustiana, accanto all’ambasciata americana di via Veneto, il presidente prima dei guai giudiziari è l’eterno Umberto Vattani, per decenni dominus della Farnesina”. C’è chi l’ha accostata ad ambienti del cattolicesimo tradizionalista e lefebvriano, come scritto da Lettera43, e pure chi alla nobiltà nera della capitale che, stando a la Stampa, l’avrebbe però “scaricata”.
IL CLUB RISTRETTO E LA RIVISTA
E’ soprattutto in Diplomatia che Olori del Poggio tesse relazioni di alto livello. Oltre che vicepresidente senior di questo club (“associazione unica nel suo genere che svolge finalità di carattere istituzionale e di rilevanza internazionale” si legge nella presentazione sul sito), è pure direttrice di Pragmatica. Nel comitato editoriale della rivista, scrive Damilano su l’Espresso, si ritrovano nomi altolocati: “l’ambasciatore Rocco Cangelosi, consigliere diplomatico di Giorgio Napolitano, Vincenzo Cappelletti, direttore dell’Enciclopedia Italiana, Vittorio Grilli, ministro dell’Economia nel governo Monti, Emmanuele Emanuele, presidente della fondazione Roma, Antonio Pedone, Umberto Veronesi”. “In Diplomatia c’è il mondo intero, nel vero senso della parola – aggiunge Alessandro Da Rold su Lettera43 – Dalle banche, con il vicepresidente esecutivo Stefano Balsamo, vice chairman Italia di Jp Morgan Chase Bank, fino a Giovanni Castellaneta, presidente di Sace di Cassa Depositi e Prestiti, consigliere di Finmeccanica, ex ambasciatore italiano in Iran, Australia e Stati Uniti. In Diplomatia transita tutto l’establishment italiano. Nel board siedono Hassan Abouyoub, ambasciatore del Marocco, Sergio Balbinot, membro executive board Allianz, Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, Umberto Di Capua, presidente di Elettronica Aster.
E poi ancora: Maria Patrizia Grieco, presidente di Enel, Vincenzo La Via, direttore generale del Tesoro, e Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, fino a Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica”.
IL LEGAME CON IL CARDINALE TAURAN
Il filo diretto con il Vaticano alla contessa non manca. Uno è con il cardinale Giovanni Battista Re, l’altro – a quanto pare il più importante – con il cardinale francese Jean-Louis Tauran, per lunghi anni presidente del Consiglio pontificio per il dialogo interreligioso e ora Camerlengo della Santa Sede. Fabio Marchese Ragona su Panorama ha scritto che la nobildonna è “un’amica di vecchia data” del prelato, che “conosce lo stretto collaboratore del Papa da almeno trent’anni” e – come rivelato da monsignor Lucio Angel Vallejo Balda ai pm vaticani – “teneva Tauran al guinzaglio come un cagnolino”. Secondo il settimanale di Mondadori, sarebbe stata Olori del Poggio nell’inverno del 2012, appena scoppiato Vatileaks 1, a presentare Chaouqui al cardinale Tauran, aprendo così alla pierre calabrese le porte del Vaticano. “Sì, conosco Francesca, ma non l’ho introdotta io in Vaticano, ci è entrata da sola”, si era limitata a dire la contessa a inizio novembre a Lettera43, salvo poi nei giorni scorsi lasciarsi andare sul Tempo a un vero e proprio sfogo dicendosi estranea a tutta questa vicenda.
I RAPPORTI CON BALDA
Ma in quali rapporti era la nobildonna romana con monsignor Vallejo Balda, il secondo presunto corvo di Vatileaks 2 dopo Chaouqui? Che i due si conoscessero, lo si evince dalle deposizioni fatte dal sacerdote spagnolo in sede processuale. Ma c’è un altro particolare passato sotto traccia e che porta alla fondazione Messaggeri della Pace. Si tratta di un’organizzazione spagnola, poco conosciuta in Italia, che a Roma può contare sul concreto sostegno della contessa Olori del Poggio, come si legge nel sito spagnolo dell’associazione. Di questa fondazione ne parla anche Bisignani nella sua intervista a Libero. Alla domanda di Bechis se abbia mai frequentato monsignor Balda, il giornalista-faccendiere replica: “L’ho visto una volta sola. Mi sponsorizzava un’attività da fare a Lampedusa con un suo prete spagnolo, tale Angel Garcia che nel 1962 nelle Asturie aveva fondato i Messaggeri della Pace”. Guarda un po’, la stessa associazione guidata in Italia dalla nobildonna.